Corriere della Sera

L’inverno più mite e asciutto di sempre «A febbraio l’80% di pioggia in meno»

- S. Orl.

Èstato uno degli inverni più miti e asciutti di sempre, quello che si sta per concludere. Con il mese di febbraio più caldo dal 1800, un aumento di temperatur­e che ha toccato i +2,76 gradi rispetto alla media del periodo, e un volume di precipitaz­ioni che al Sud si è ridotto del 55% nel trimestre, un record da quando si effettuano delle osservazio­ni meteo. Lo conferma Michele Brunetti, responsabi­le della banca dati di climatolog­ia storica dell’isac-cnr, nella sua analisi mensile. «Nei tre mesi invernali abbiamo registrato un’anomalia media delle temperatur­e di +2,03 gradi, seconda solo all’inverno 2006/2007, quando l’aumento fu di 2,13 gradi», dice. Ma ancora più allarmante è stata la scarsità di piogge: «Dopo le precipitaz­ioni delle prime due decadi di dicembre — dice —, abbiamo avuto a gennaio un deficit di -68%, che è arrivato a -80% a febbraio». Su tutta la penisola, nel trimestre dicembre-febbraio, è piovuto solo un po’ più della metà del normale. «A settembre faremo il bilancio di massa dei ghiacciai — conclude —, ma un inverno così caldo e secco non è un bel segnale». Il rischio più grande però è che se la primavera non sarà abbastanza piovosa, così da accumulare un po’ d’acqua, si vada incontro ad un’estate secchissim­a. Il paradosso è che questo succede proprio mentre il Met Office in Gran Bretagna annuncia l’inverno più caldo e piovoso di sempre, dopo le raffiche di tempeste che negli ultimi mesi hanno flagellato il Paese. La linea dei tropici ormai passa per Dover.

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