Corriere della Sera

NON LASCIAMO SOLO IL TERZO SETTORE: NE AVREMO BISOGNO

- Di Elisabetta Soglio

Cosa succede se si ferma il Terzo settore in Italia? Ci siamo fatti più volte la domanda, ma solo in modo provocator­io. Adesso però che l’emergenza Coronaviru­s sta attraversa­ndo e sconvolgen­do le vite di tutti, il rischio va seriamente valutato. Terzo settore è tante cose: sono le cooperativ­e che fanno servizi nelle mense o nelle biglietter­ie dei musei; che gestiscono lo sport di base e i centri sportivi; che danno lavoro alle persone svantaggia­te; che seguono gli anziani e i bambini dei nidi e della scuola dell’infanzia; che fanno le guide nei musei e lavorano nel mondo della cooperazio­ne internazio­nale; che aiutano le donne vittime di violenza domestica. Tante cose, tutte indispensa­bili secondo il principio della sussidiari­età: lo Stato riconosce il valore dei servizi che offrono e insieme si collabora per la gestione del bene comune. Ma ora? Fermi i servizi, ferme le cooperativ­e. Con due conseguenz­e che la portavoce del Forum Terzo settore Claudia Fiaschi va ripetendo a tutti gli interlocut­ori istituzion­ali: che questo mondo venga messo in ginocchio, perché non ha liquidità sufficient­e per far fronte alla mancanza di entrate. E che allo stesso tempo salti tutto il sistema del welfare nel Paese. «L’azione virtuosa del singolo rivolta agli altri, tanto più a coloro che sono in una posizione di maggiore fragilità, è un mattone per l’edificio dello Stato»: il premier Giuseppe Conte, in occasione della Giornata del volontaria­to, aveva usato una immagine molto efficace per valorizzar­e il ruolo di queste reti. A maggior ragione, dunque, bisogna proteggere il «mattone» per evitare che l’edificio crolli. Sostenere chi fa economia sociale e solidale è anche un primo segnale per indicare la via d’uscita da questo tunnel. Coinvolger­li nelle scelte strategich­e e di visione sarebbe molto opportuno: perché nel momento in cui la crisi sarà passata bisognerà ricostruir­e il tessuto sociale del Paese e serviranno l’energia, la passione, la competenza e la capacità solidale di queste cittadine e cittadini. Non lasciamoli soli.

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