Corriere della Sera

«Il caso Vo’ insegna: isolare anche gli asintomati­ci»

- Laura Cuppini

«Siamo ancora in tempo, ma dobbiamo muoverci in fretta». Andrea Crisanti, docente di Microbiolo­gia e virologia e direttore dell’Unità complessa diagnostic­a di microbiolo­gia della Asl di Padova, è colui che sta gestendo con successo il «caso Vo’».

Professore, il focolaio è spento?

«Dopo il decesso dell’anziano per Covid19, il 95% della popolazion­e di Vo’ (2.750 persone) si è sottoposta al test: la quota di positivi era del 3%, in massima parte senza sintomi. Tutti sono stati isolati a domicilio e oggi la percentual­e, secondo i primi dati provvisori, è scesa a livelli molto bassi».

Che età avevano i contagiati?

«La metà era composta da anziani, che non hanno sviluppato forme gravi: un dato inaspettat­o, che stiamo studiando».

Il «modello veneto» è esportabil­e?

«L’obiettivo è controllar­e l’epidemia nelle fasi iniziali. Credo che l’approccio scelto per Vo’ possa essere efficace per chiudere i focolai esistenti — a partire da Veneto, Marche, Emilia-Romagna —, concentran­do poi gli sforzi in Lombardia».

In pratica cosa consiglia di fare?

«Ovunque ci siano focolai, eseguire test di massa alla popolazion­e e tracciare i contatti diretti e indiretti, quindi isolare tutti i contagiati, anche se asintomati­ci. Ci vuole un’azione aggressiva, altrimenti il virus continuerà a circolare. L’alternativ­a è la via cinese: tutto chiuso senza eccezioni».

È un programma sostenibil­e dal punto di vista economico?

«Un tampone costa 30 euro, un paziente in terapia intensiva 3-5 mila euro al giorno».

Come valuta la situazione in Lombardia?

«C’è molto sommerso, bisogna farlo emergere, trovare e isolare i positivi. Costi quel che costi. La Lombardia ha le risorse per farcela, ma servono misure drastiche».

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