TUTTO CIÒ CHE SERVE
L’emergenza Giusto annunciare che «nessuno dovrà perdere il lavoro». Un’azione decisa da parte del governo tranquillizzerà i cittadini e costerà di meno allo Stato
Ha fatto bene il governo ad aumentare i fondi stanziati per far fronte agli effetti del Covid-19, più che raddoppiandoli. Ancor meglio ha fatto il ministro Gualtieri ad annunciare nel presentare il decreto: «Nessuno dovrà perdere il lavoro a causa del virus» cioè a comunicare un obiettivo chiaro e irrinunciabile. Aggiungeremmo noi: «E se qualcuno perderà il lavoro dovrà essergli garantito un reddito che lo sostenga fino a quando non ne troverà un altro».
Il decreto del governo ha due obiettivi. Rendere disponibili nuove risorse per medici e ospedali che oggi operano in condizioni di grande difficoltà, ed evitare che allo «choc all’offerta», causato dalla diffusione del contagio che ha prodotto un generale rallentamento delle produzioni, si sommi uno «choc alla domanda», cioè una caduta dei consumi delle famiglie. Purtroppo non c’è nulla che la politica economica possa fare per attenuare lo choc all’offerta: solo la disciplina dei cittadini, se si attengono scrupolosamente alle regole anti-contagio, può rallentarne la diffusione. Questo non è il momento di disquisire di libertà personali e di diritti dei giovani (meno a rischio) e degli anziani (a rischio). Le regole vanno rispettate.
Ma impedire una caduta della domanda, questo sì è il compito della politica economica.
Per evitare una riduzione dei consumi occorre dare certezze alle famiglie: garantire loro che qualora le aziende in cui lavorano chiudano per effetto del virus, i loro redditi saranno garantiti, qualunque sia il tipo di azienda in cui lavorano, qualunque sia il loro contratto. E questo deve valere anche per i giovani. Altrimenti le persone, preoccupate, spenderanno di meno e così renderanno più grave l’impatto del virus sull’economia creando un circolo vizioso. Per far questo era necessario rivedere le regole della Cassa integrazione e ampliarne il campo di applicazione, ciò che il decreto fa.
Ma il punto importante è che l’intervento del governo sia incondizionato: «Nessuno dovrà perdere il proprio reddito a causa del virus». Se il decreto è deciso, credibile e a tappeto, le persone, in parte tranquillizzate, camza
Questo è il momento di un intervento chirurgico determinato, non dei pannicelli caldi bieranno di meno le loro abitudini di spesa. Un provvedimento a tappeto riduce l’incertezza e quindi anche la caduta dei consumi. Questo non è il momento dei pannicelli caldi ma di un intervento chirurgico deciso. I pannicelli caldi potrebbero costare molto di più.
Certo, il peso sul bilancio pubblico sarà comunque elevato. Ma chi critica il decreto del governo perché rischioso per la finanza pubblica non coglie l’importan
Se non avessimo un debito di oltre il 130% del Pil oggi potremmo spendere molto di più dei segnali e dell’effetto che essi hanno sul comportamento di famiglie e imprese. Proprio per questo motivo se il Parlamento, quando discuterà il decreto del governo, se lo volesse migliorare, dovrebbe rafforzarne la componente di «annuncio incondizionato», proprio come dice il ministro Gualtieri, eliminando quindi il limite dei circa 10 miliardi oggi scritto nel testo e sostituendolo con «Nessuno dovrà perdere il proprio reddito a causa del virus, costi quel che costi». Paradossalmente è proprio così che lo Stato potrebbe (forse) spendere di meno.
La situazione di emergenza in cui ci troviamo dimostra, a nostre spese, quale sia il costo del debito pubblico. Se non avessimo accumulato un debito di oltre il 130 per cento del Pil, per nessun valido motivo, in anni in cui l’economia cresceva, oggi potremmo, e dovremmo, spendere molto di più, e i risparmiatori cui chiediamo di finanziarci non sarebbero preoccupati.
Ma, pur senza scusare gli errori che abbiamo commesso in passato, non è questo il momento per l’unione europea di porre vincoli. È il momento di sostenerci in tutti i modi possibili, e con questo tranquillizzare i mercati comunicando che l’italia non è abbandonata a sé stessa.
Senza contare che nonostante l’indifferenza e la scarsa lungimiranza di Francia, Germania e altri Paesi, il virus arriverà anche da loro, se non lo conteniamo con uno sforzo comune deciso e credibile, «Whatever it takes».