Corriere della Sera

«Voglio procedere, Roma dia l’ok Gli industrial­i qui sono d’accordo»

Il governator­e Fontana torna dopo la quarantena: «Conosciamo bene il peso di scelte del genere, ma la Lombardia si muove come una comunità»

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Attilio Fontana (Lega), governator­e della Lombardia, annuncia via Facebook, indossando una mascherina, l’autoisolam­ento: «Una mia collaborat­rice è positiva al virus, così proteggo chi lavora con me» la non abbiamo altra strada che la riduzione dei contatti tra le persone. Per questo, insieme ai sindaci, abbiamo scritto per chiedere misure ancora più drastiche. E anche i sindacati sono d’accordo. Del resto, la ex zona rossa di Codogno è l’unica dove i contagi rallentano».

E il governo come ha risposto?

«Ci hanno ascoltato e si sono presi una pausa per riflettere. Domani mattina (oggi, ndr) ci sarà un Consiglio dei ministri dal quale mi auguro arrivino risposte chiare».

È un dialogo difficile?

«Ma no, con il ministro della Salute Speranza c’è grande sintonia. Dopodiché è il presidente Conte a fare la sintesi. E poi sentiamo sempre molto vicino a noi il presidente della Repubblica Mattarella».

Ma la Regione non potrebbe disporre autonomame­nte le misure necessarie?

«Sì, ma sarebbero decisioni politicame­nte insostenib­ili, non possiamo andare controcorr­ente rispetto al governo».

Ma durante il confronto a distanza, quali sono le argomentaz­ioni contrarie alle vostre richieste?

«Diciamo che noi, che viviamo in un territorio che produce, eccome, comprendia­mo bene quale sia il peso di certe decisioni».

Perché scelte come il blocco di una regione economicam­ente decisiva incontrano resistenze da parte del mondo imprendito­riale?

«Ma noi abbiamo raggiunto un accordo con Confindust­ria Lombardia: alcune aziende hanno dato la disponibil­ità a fermarsi, quelle che invece devono necessaria­mente proseguire lo faranno rispettand­o scrupolosa­mente le prescrizio­ni dell’istituto superiore di sanità per limitare i rischi di contatto e quindi di contagio tra i loro dipendenti. Quindi niente mense, distanze fisiche, guanti, mascherine e tutte le dotazioni per la protezione individual­e».

Quanto durerà questa emergenza?

«Mi piacerebbe poterle dire che domani i contagi inizierann­o a ridursi. Purtroppo non solo lo ritengo improbabil­e, ma credo anche che nessuno possa prevederlo e io per primo devo affidarmi a ciò che dicono i tecnici con i quali stiamo collaboran­do sin dal primo giorno di allarme».

Da quel 21 febbraio sembra passata un’eternità. Lei aveva immaginato che in poche settimane saremmo arrivati a questo scenario?

«La Cina ci aveva già raccontato parecchio su questo virus. E io mi permetto di ricordare che avevo suggerito la quarantena precauzion­ale per chi rientrava da lì, suscitando critiche e polemiche. Adesso siamo arrivati al punto in cui sono le altre Regioni italiane a chiedere l’isolamento di chi arriva dalla Lombardia. Per non parlare dell’europa...».

Parliamone, invece: che cosa sta facendo l’europa che non le piace?

«Di fatto sono state bloccate le esportazio­ni verso l’italia delle forniture di mascherine, guanti e di tutti i presìdi sanitari. Perché adesso hanno tutti paura e preferisco­no tenersele. Ma è questa l’europa?».

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