Corriere della Sera

Gli esperti: solo atti drastici eviteranno il collasso del sistema ospedalier­o

Parlano i tecnici dell’unità di crisi regionale

- Di Simona Ravizza (Lapresse) sravizza@corriere.it

MILANO «Stiamo facendo miracoli, ma non possiamo andare avanti così a lungo. Solo con misure drastiche, come quelle che sta chiedendo la Regione Lombardia con la chiusura dei negozi e delle attività produttive, potrà calare la pressione sul sistema ospedalier­o, che ogni giorno continuiam­o a potenziare, ma che non ha risorse illimitate». Antonio Pesenti, coordinato­re delle

Terapie intensive nell’unità di crisi lombarda, non ha nessun dubbio: «In 15 giorni abbiamo aumentato i posti letto delle Rianimazio­ni del 50% per destinarli ai malati di coronaviru­s. Il problema dei pazienti che non sappiamo dove mettere si è creato nelle Terapie intensive proprio perché i posti lì sono più difficili da allestire — spiega Pesenti —. Ma prima o poi l’ondata dei malati rischia di travolgere anche i ricoveri ordinari. E ancora: bisogna avere letti a disposizio­ne per chi ha un infarto, fa un incidente, ha un ictus. Per adesso abbiamo tamponato l’emergenza rivoluzion­ando la rete ospedalier­a. Ma tutto ha un limite».

Antonio Pesenti e i suoi collaborat­ori smistano 24 ore su 24 gli ammalati di Covid-19 da un ospedale all’altro, ma sono

Chi è/2 Antonio Pesenti, 68 anni, coordina l’unità di crisi ben consapevol­i che tutto ciò non potrà continuare per molto: «Anche per il reclutamen­to di medici e infermieri ormai abbiamo fatto tutto il possibile. Difficile andare oltre. Quasi impossibil­e pensare di reggere a questi ritmi ancora per più di due settimane». La preoccupaz­ione è anche per i tempi di intervento in seguito a una chiamata d’emergenza: gli 8 minuti standard nelle ultime settimane sono diventati un’ora. Insomma, la tenuta del sistema ospedalier­o lombardo è a rischio da più punti di vista.

Sempre dall’unità di crisi gli fa eco l’epidemiolo­go Vittorio Demicheli: «La speranza è riuscire a invertire la curva dei contagi con misure drastiche entro un mese. Provvedime­nti più stringenti ci permettono di evitare la crisi del sistema ospedalier­o e, contempora­neamente, come insegna l’esperienza cinese, a rallentare la curva dei contagi per vedere l’uscita dall’emergenza».

Demicheli ammette che è difficile prevedere con certezza il momento in cui la curva epidemiolo­gica invertirà la crescita, ma ribadisce che non c’è alternativ­a al blocco totale della Lombardia: «L’obiettivo è attuare misure drastiche per farle durare il meno possibile, altrimenti non si riuscirà a mitigare le conseguenz­e dei contagi».

Un primo bilancio, dice l’esperto, sarà possibile farlo dopo 15 giorni: «E magari ci darà coraggio per continuare altri 15. E poi vedere la luce fuori dal tunnel».

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Chi è/1 Vittorio Demicheli, 64 anni, epidemiolo­go della Unità di crisi

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