Corriere della Sera

Più Cig alle piccole aziende Imposte e bollette sospese, nodo ancora da sciogliere

La tentazione per ora congelata di sfondare il limite del 3% nel rapporto deficit-pil. Da CDP sostegno per 7 miliardi. Giù Piazza Affari, Wall Street sale del 4,9%

- di Lorenzo Salvia

Il nodo ancora da sciogliere è quello dello stop a tasse e bollette. La decisione finale verrà presa oggi e al momento restano in piedi due ipotesi, da inserire nel decreto legge che dovrebbe essere approvato nelle prossime ore. Un blocco totale oppure un semplice slittament­o delle scadenze, a partire da quella del 16 marzo per i versamenti Iva. Mentre sembra certo lo stop alla riscossion­e delle cartelle fiscali, dei distacchi di luce e acqua in caso di morosità. E soprattutt­o delle rate dei mutui per famiglie e imprese, probabilme­nte solo per chi ha subito conseguenz­e economiche dirette dall’emergenza di questi giorni e in ogni caso per chi ha un’attività autonoma. Il tutto grazie a una garanzia pubblica per sostenere il sistema bancario. Una misura affiancata da un sostegno alla liquidità delle imprese, per evitare che siano travolte dal blocco di questi giorni.

La soglia del 3%

Il primo passo da fare, però, è votare oggi in Parlamento la risoluzion­e che alza l’asticella del deficit sul Pil, in modo da liberare le risorse necessarie. Bisognereb­be arrivare fino al 2,9%, un filo sotto la soglia del 3%, quella «sacra» per i vincoli europei. In realtà il governo ha preso in consideraz­ione anche l’ipotesi di andare ancora più in alto ma alla fine dovrebbe prevalere l’orientamen­to di non sfondare quella soglia, non solo economica ma anche politica. Un deficit più alto, del resto, andrebbe finanziato con l’emissione di nuovi titoli di Stato, un’operazione delicata in questo momento di spread al rialzo, con la Borsa di Milano a -3,28% e Wall Street che sale del 4,9%.

Lavoro e imprese

Alzare il deficit al 2,9% libererebb­e risorse per 13 miliardi di euro. Ma nel decreto da approvare a breve ne verrebbero utilizzati 10,5, accantonan­do il resto per i prossimi passi. Ci sono i nuovi fondi per la sanità e la protezione civile. Ci sono gli interventi per la cassa integrazio­ne in deroga, allargata quindi anche alle aziende di una sola persona. E poi l’indennizzo per le aziende che hanno perso almeno il 25% del fatturato, sotto forma di credito di imposta, cioè di sconto sulle tasse.

La famiglia

Confermate anche le misure per aiutare le famiglie che hanno figli minori rimasti a casa per la chiusura delle scuole. Riguardera­nno chi ha bambini minori di 12 anni, anche se questo limite non vale in caso di disabili. Ci saranno 12 o forse 15 giorni di congedo parentale straordina­rio, in cui si prenderà almeno il 30% della paga giornalier­a, il livello effettivo sarà agganciato al reddito. In alternativ­a c’è un voucher da 600 euro per pagare la babysitter. In alcuni casi specifici, anziani non autosuffic­ienti che di giorno sono ospitati in strutture pubbliche, il buono sarà utilizzabi­le anche per le badanti. Il pacchetto sarà utilizzabi­le non solo dai lavoratori dipendenti ma anche da quelli autonomi. Ma si tratta di interventi che potrebbero non bastare con una spirale economica che si avvita sempre più veloce.

Il rischio liquidità

Per garantire liquidità al sistema delle imprese, il governo sta valutando l’ipotesi di portare al 100% la garanzia del fondo per le piccole e medie imprese, come richiesto da Arturo Artom, fondatore di Confapri. E si valuta anche l’ipotesi di un indennizzo diretto, cioè soldi freschi e non sconto sulle tasse future, per i lavoratori autonomi, come era stato fatto per gli 11 comuni della zona rossa, certo con altri numeri, all’inizio di questa crisi. La misura potrebbe riguardare anche i lavoratori stagionali e il turismo, il settore più colpito e che potrebbe soffrire a lungo anche se la situazione dovesse migliorare nel giro di poche settimane. Una mano arriva da Cassa depositi e prestiti e Sace che, tra finanziame­nto delle banche e sostegno all’export, hanno aumentato le risorse disponibil­i da uno a 7 miliardi.

Garanzia statale Artom: portare al 100% la garanzia dello Stato per le aziende piccole e medie

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I provvedime­nti Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, 53 anni

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