Putin sul «trono» russo per sempre La Duma azzera i mandati precedenti
La cosmonauta Tereshkova propone e il Parlamento approva: il presidente potrà restare fino al 2036
All’inizio era sembrato che Vladimir Putin fosse andato in Parlamento per bloccare un tentativo dei deputati di modificare la Costituzione per farlo rimanere al potere in eterno cancellando il limite di due mandati presidenziali: «Mi pare che la cosa sarebbe inopportuna», aveva detto. Ma poi, sorprendendo tutti gli osservatori, si è espresso a favore della seconda parte della proposta avanzata da una deputata, far ripartire tutti da zero una volta approvate le modifiche alla Legge fondamentale. Annullare, in sostanza, i precedenti mandati e consentire al presidente uscente di ricandidarsi nuovamente. «Una variante che in principio è possibile», si è limitato a suggerire. L’accenno è bastato e in pochi minuti i parlamentari hanno approvato, senza un solo voto contrario (astenuti i comunisti, tanto per salvare la faccia). Se il Consiglio di federazione e la Corte costituzionale non si metteranno di traverso (è scontato), Putin potrà candidarsi nuovamente nel 2024, quando scadrà il suo attuale mandato. E avrà la possibilità di essere rieletto due volte, fino al 2036, quando avrà 83 anni.
La deputata che ha avanzato la brillante proposta non è una qualunque, ma un’icona vivente della storia russa e sovietica: ha a sua volta 83 anni e dimostra che a quell’età si può essere ancora in gamba. Valentina Tereshkova da giovane faceva l’astronauta o, meglio, la cosmonauta come si è sempre detto da queste parti. Il 16 giugno del 1963 fu sparata nello spazio a bordo della navicella Vostok 6, prima donna al mondo. Erano passati due anni da quando Yurij Gagarin aveva stupito tutti lasciando la superficie terrestre per girare fuori dall’atmosfera. Valentina
rimase in orbita per tre giorni, compiendo 45 rotazioni attorno al globo.
Putin, nel suo intervento alla Duma, ha spiegato come per la Russia in questo momento la cosa più importante sia la stabilità: «Abbiamo avuto abbastanza rivoluzioni». Poi ha ricordato ai deputati come anche negli Stati Uniti in passato ci siano stati presidenti che hanno ricoperto più di due mandati, quando le circostanze lo richiedevano: durante la depressione seguita al crash di Wall Street del 1929 e all’epoca della Seconda guerra mondiale. «Nel nostro caso, dobbiamo ancora superare alcune conseguenze del crollo dell’unione Sovietica».
L’idea della Tereshkova che dovrà essere approvata in un referendum ad aprile, cambia tutti gli scenari futuri, grazie all’azzeramento dei mandati espletati in precedenza dai presidenti che si sono succeduti dalla nascita della Russia nel 1991. Allora il nuovo Paese sorse sulle ceneri dell’urss e Boris Eltsin fu eletto primo presidente. Ora il vecchio Corvo Bianco (come veniva chiamato per via della sua chioma candida) ci ha lasciati e quindi non può ricandidarsi. Ma Putin sì. Assieme al suo fido scudiero Dmitrij Medvedev.
Vladimir Vladimirovich subentrò a Eltsin l’ultimo giorno
La successione
Il fedele Medvedev potrebbe poi succedergli per tenere il potere fino al 2048
dello scorso millennio quando l’anziano inquilino del Cremlino si dimise (Putin era primo ministro e divenne «presidente facente funzioni»). A marzo del Duemila fu eletto per un primo mandato di quattro anni. Nel 2004 venne riconfermato plebiscitariamente. Nel 2008 fece eleggere Medvedev e lui passò a fare il premier. Nel 2012 tornò al Cremlino (questa volta per una presidenza di sei anni). Nel 2018 gli è stato così consentito di correre per la seconda volta (che era in realtà la quarta) ed essere scelto dai suoi concittadini fino al 2024.
Allora potrà servire il suo Paese per altri sei anni più sei, fino al 2036. Teoricamente a quel punto avrà la possibilità di far ripresentare Medvedev per due mandati, fino al 2048. Medvedev avrebbe 83 anni e l’immortale Putin 95.