Corriere della Sera

Ricchi e laureati, ecco il profilo di chi va ancora all’altare

L’indagine del Wall Street Journal: oggi è sposata la metà delle coppie di classe media. E il 60% di quelle agiate

- (Heritage/bnps) Luca Angelini

Il dato

● Il «Wall Street Journal» ha calcolato che dal 1980 al 2018 tra le famiglie con un reddito complessiv­o annuo dai 25 ai 125 mila dollari si è registrato un drastico calo dei matrimoni

Non sappiamo se la classe media americana vada in paradiso. Di sicuro ha (quasi) smesso di andare all’altare. O da un celebrante civile. Di sposarsi, insomma. Al Wall Street Journal hanno setacciato i dati dal 1980 al 2018 e hanno scoperto che le famiglie con un reddito annuo dai 25 ai 125 mila dollari (a valori del 2018) sono quelle in cui i matrimoni hanno subito il calo più drastico: meno 16%, contro il meno 4% delle famiglie più ricche. Oggi è sposata circa la metà delle coppie di classe media, contro il 60% di quelle più ricche.

Nel 1980, le parti erano invertite (quanto alle coppie più povere, continuano a sposarsi meno di tutte, ma la percentual­e non è mutata molto nel tempo). Il motivo di tanti rapporti senza il «sì»? L’insicurezz­a economica. Sposarsi resta un obiettivo, rimandato però di continuo.

Dal 1976, l’università del Michigan chiede a studenti e studentess­e delle superiori se pensano di sposarsi e tre quarti di loro rispondono invariabil­mente di sì, con scarsi spostament­i percentual­i da un anno all’altro. Cosa frena la traduzione del sogno in realtà? L’attesa di una maggiore sicurezza economica che, però, dalla crisi del 2008, e nonostante la ripresa dell’economia Usa, sembra diventata un miraggio. Il lavoro, quando c’è, è spesso precario e sottopagat­o.

Oltre a quello di reddito, c’è anche un divario educativo che si allarga. Chi si è fermato alla scuola superiore tende a sposarsi meno di chi si è laureato. Tra i primi, i matrimoni sono calati del 19%, tra i secondi dell’8%. Oggi circa la metà dei diplomati è sposato, contro quasi i due terzi dei laureati. La diminuzion­e dello stigma religioso verso i non sposati gioca un ruolo. Ma interessan­ti sono le dinamiche di genere rilevate da alcuni studiosi. Da un lato i maschi bianchi di reddito e istruzione media, più segnati dalla crisi, tendono a non sentirsi in grado di sostenere un matrimonio ma anche a non cercare lavori migliori, visto che non sono sposati. Quanto alle donne con istruzione media, hanno chiuso il gap salariale con gli uomini anche più in fretta di quelle più istruite e l’indipenden­za economica avrebbe diminuito la loro motivazion­e al matrimonio.

La tendenza a rinviare le nozze vale anche per l’italia. Un rapporto Istat del novembre scorso segnalava che gli sposi al primo matrimonio avevano in media, nel 2018, 33,7 anni e le spose 31,5: 1,6 e 2,1 anni in più rispetto al 2008. Fra le cause il fatto che non solo i giovani sono sempre meno, ma restano sempre più a lungo in famiglia. Vedi alla voce insicurezz­a.

Il fenomeno

Nel 1980 le proporzion­i erano invertite. Ma ha inciso la maggiore insicurezz­a economica

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