Corriere della Sera

IL NUOVO PONTE DI GENOVA «CURERÀ» ANCHE L’ITALIA FERITA E ISOLATA

- di Marco Imarisio

Avolte gli articoli si scrivono da soli. Anche perché c’è già chi ha detto le parole giuste, basta solo ricopiare. Lunedì sera nella chat dei giornalist­i che seguono la costruzion­e del nuovo ponte, arrivavano gli spezzoni di video del gigantesco impalcato che veniva sollevato in quota, al posto della parte di viadotto crollata nel disastro. Erano immagini che anticipava­no la posa ufficiale di ieri mattina, e forse proprio per questo, tra urla di capocantie­ri in sottofondo, tra le scintille delle frese che tagliavano l’acciaio, avevano qualcosa di solenne, perché raccontava­no al meglio la fatica e lo sforzo degli uomini di questo cantiere che neppure il coronaviru­s ha fermato. Un collega, Andrea Ferro di Radio24, non a caso genovese, ha scritto questo pensiero nella chat. «Sembra incredibil­e. Il ponte che va piano piano ad unire, mentre tutto intorno veniamo isolati». Non era poesia, è cronaca. Ormai il vuoto dell’orizzonte sul Polcevera è ridotto a uno spazio minimo. Presto Genova sarà di nuovo unita, e una delle tante ferite di questo Paese verrà curata per sempre. Nella vita di prima, oggi questa sarebbe stata l’apertura di ogni giornale, di ogni sito. Non è più così, lo sappiamo tutti. Siamo entrati in un’epoca ignota, ognuno chiuso a casa sua, ognuno con la sua angoscia. Per questo il ponte che sta per nascere è ancora più importante. Abbiamo fatto casino all’inizio, ci siamo persi in clausole e paranoie di ogni genere, ma quando è stato il momento di partire davvero, lo abbiamo fatto. E adesso il ponte c’è, sta per arrivare. Quando sarà finito, sarà per Genova e per l’italia, ha scritto un altro amico nella chat. Lo è già. Vediamo il ponte e pensiamo che possiamo farcela, anche ora che ci sembra tutto buio, così come ci sembrava persa Genova dopo quella piovosa mattina del 14 agosto 2018. In cuor nostro, da qualche parte sappiamo che il giorno dell’inaugurazi­one saremo tutti lì. E sarà ancora più bello tornare a guardarci in faccia, ridere, fare un brindisi, felici di ricomincia­re.

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