Stop al calcio in Europa Sospese anche le Coppe e le partite delle nazionali
Tutti d’accordo sullo stop, ma le federazioni vogliono arrivare in fondo. In Lega si litiga sugli allenamenti
Comincia la vita senza calcio. Non si gioca più in Europa, con l’eccezione di pochi stati che ancora vanno avanti a porte chiuse. La serrata è di fatto totale. Per i più ottimisti si potrà rialzare la serranda non prima del 31 marzo, per la stragrande maggioranza lo stop è a tempo indeterminato. Si è piegata anche la Uefa, restia fino all’ultimo a cedere, ma costretta ad arrendersi all’emergenza coronavirus. Interrotte Champions e Europa League, cancellati gli impegni delle Nazionali, anche l’amichevole dell’italia con Inghilterra a Wembley del 27 marzo e di certo salterà pure quella con la Germania, ancora in programma, a porte chiuse a Norimberga il 31 marzo.
Proprio la Germania è stata l’ultima a capitolare. I tedeschi avevano deciso di giocare a porte chiuse nel weekend, hanno fatto retromarcia e sospeso le attività, nonostante l’uscita di Karl-heinz Rummenigge: «Ha senso che si giochi la prossima giornata, c’è la questione dei diritti tv, se non vengono erogati i piccoli club vanno in difficoltà». La questione economica è cruciale. I bilanci sono già in sofferenza e scivoleranno nel profondo rosso a breve. Si spera in qualche modo di riprendere i campionati, magari a maggio e giocando fino a fine giugno. Per questo c’è l’idea della Lega Calcio di una deroga ai contratti dei calciatori, prorogando la scadenza del 30 giugno al 15 luglio.
È in ballo la sopravvivenza del sistema sportivo, non solo del calcio. Soprattutto di questo si è discusso nell’assemblea di Lega Calcio di ieri e un’altra è stata convocata per lunedì, quando verranno presentati i nuovi bandi per i diritti tv del triennio 2021-24. Se il campionato non termina e le tv non pagano più, molti club potrebbero non riuscire a iscriversi alla prossima serie A. L’idea è che possa bastare dimostrare di aver pagato gli stipendi dei calciatori fino a marzo per essere in regola. Alcune squadre, di più chi è a rischio retrocessione, chiedono di annullare il campionato e ripartire l’anno prossimo.
Il basket, guidato dal presidente Gianni Petrucci, vive la
Cristiano Ronaldo Vi parlo non da calciatore ma da figlio, da padre, da essere umano preoccupato. È importante seguire i consigli dell’oms
stessa situazione. Però l’idea di tutti gli sport è terminare a ogni costo le stagioni. Il basket chiede poi di essere considerato, tanto quanto il calcio, nei decreti e nelle parole del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora che ha auspicato «una ripresa del campionato dopo metà aprile». Il ministro ha poi bacchettato la Lega: «Avrebbe dovuto fermarsi assumendosi una responsabilità e non rimandare al governo».
Liti inutili allo stato, il risultato è che in serie A i contagiati aumentano. Allo juventino Rugani e al blucerchiato Gabbiadini si sono aggiunti altri quattro giocatori della Samp: Colley, Ekdal, La Gumina,
Thorsby più il dottore del club, Baldari. Dopo Juve, Inter, Samp e Verona, finiscono in isolamento la Fiorentina, poiché il 20enne Vlahovic è risultato positivo, e l’udinese ultima avversaria dei viola.
La Lega ha creato quattro task force su tematiche mediche, tecnico-sportive, rapporti istituzionali e valutazione rischi economici. Ma si è trovato il modo di litigare anche nell’assemblea di ieri. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, appoggiato dal Napoli di De Laurentiis, chiedeva di riprendere gli allenamenti portando le squadre in ritiro per tutelarle. Gli ha risposto a brutto muso Andrea Agnelli: «Tu pensi solo alla classifica».
Martedì 17 ci sarà la maxi riunione tra la Uefa e le 55 federazioni: si chiederà il rinvio di Euro 2020, impossibile giocarli a giugno, anche se lo spostamento porterà una perdita stimata di 300 milioni. A rimetterci qualcosa saranno tutti, il rischio il più grave però è perdere qualcuno di caro.
Volato lunedì a Madeira in Portogallo per stare accanto alla madre colpita da un ictus, Cristiano Ronaldo nel suo messaggio ha inquadrato le priorità. «Il mondo sta attraversando un momento molto difficile che richiede la massima cura e attenzione da parte di tutti noi. Vi parlo oggi non da calciatore ma da figlio, da padre, da essere umano preoccupato per gli sviluppi recenti che riguardano il mondo. È importante seguire i consigli dell’oms e dei governi su come gestire questa situazione. Proteggere la vita umana deve venire prima di qualsiasi altro interesse. I miei pensieri vanno a tutti quelli che hanno perso qualcuno di caro». Il pallone e i suoi milioni aspetteranno.