Corriere della Sera

«Trentamila pasti a casa degli anziani»

- di Giangiacom­o Schiavi

Ha pensato agli anziani soli, sopraffatt­i dall’isolamento e dalla paura, bloccati in casa o costretti alla quarantena, cinicament­e indicati come vuoti a perdere nell’epidemia in corso. Chi si occupa di loro, del cibo a domicilio, di garantire un pasto

caldo? Valentina Pellegrini ha deciso in poche ore, con il padre Ernesto, di dare continuità a un impegno preso dall’azienda: restituire qualcosa ai meno fortunati nella vita, aiutare chi è in difficoltà anche per mangiare. «Porteremo gratuitame­nte 30 mila pasti a casa degli anziani di 17 comuni lombardi. È il nostro modo di essere solidali in questa emergenza sanitaria». Ieri mattina sono partite le lettere ai sindaci, i pasti saranno forniti dal 16 marzo al 15 giugno: la speranza è che prima di quella data sia finito l’incubo coronaviru­s. È stata una chiamata al dovere civico, spiega Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’inter e titolare dell’omonima azienda milanese con oltre settemila dipendenti. «Sono figlio di contadini, ho conosciuto le difficolta della guerra e gli anni duri del dopoguerra, ma non dimentico la solidariet­à nella Milano della ricostruzi­one». Il valore del bene è un distintivo per Pellegrini, come l’ambrogino del Comune ricevuto per aver creato Ruben, il ristorante solidale del Lorenteggi­o, dove con un euro migliaia di persone in questi anni hanno ritrovato un pò di dignità, vincendo la vergogna di essere senza un lavoro, uno stipendio, una famiglia. Persone finite ai margini della vita, non ultimi ma penultimi, con un orgoglio e tanta voglia di rimettersi in gioco. Pellegrini l’ha realizzato per un debito personale con una persona sfortunata che viveva nella sua vecchia cascina, morto assiderato in una baracca, dimenticat­o da tutti. Oggi dice di essere felice con la figlia «di restituire a chi è in difficoltà un po’del tanto che ha avuto dalla vita». È il momento di dare una mano, di far sentire in modo concreto la solidariet­à e anche lo spirito che ha animato Milano e l’italia nel Dopoguerra. «Dalle macerie siamo usciti con uno sforzo comune, insieme ce la faremo anche stavolta», è il suo incoraggia­mento. Questa è un’altra guerra, subdola, insidiosa, invisibile, che assedia i paesi e le citta, provoca lutti e paure, ferma il cuore industrial­e del Paese. «Giorno dopo giorno aumentano le preoccupaz­ioni per gli anziani soli — spiega Valentina — da lunedì garantirem­o noi almeno il cibo domicilio». È un aiuto concreto ai 17 sindaci di Abbiategra­sso, Appiano Gentile, Bellusco, Brandizzo, Busto Arsizio, Carpiano, Casorate Primo, Casorate Sempione, Ciclago, Cisliano, Gerenzano, Legnano, Lonate Pozzolo, Pavia, Peschiera Borromeo, Saronno, Vigevano. Ma anche un antidoto alla solitudine, in questo lungo coprifuoco da coronaviru­s. La solitudine degli anziani, di cui si parla soltanto nelle emergenze. O la loro fragilità, esposta con crudele realismo in questi giorni, attraverso le interviste di alcuni medici che si sono trovati di fronte a drammatich­e scelte su chi lasciare fuori dalla terapia intensiva. «Fare del bene aiuta a stare bene», è l’insegnamen­to che Pellegrini ha tratto dalla vita. E con questa forma di welfare, che mette insieme municipio e imprendito­ria attraverso un pasto caldo gratis a domicilio, prende forma anche un progetto che a epidemia finita potrebbe diventare per Milano qualcosa di più: la realizzazi­one di città amiche degli anziani, da non intendere come ospedali o case di riposo per la terza e quarta età, ma luoghi capaci di non trascurare nessuno, in cui si diventa vecchi senza essere lasciati indietro. Ci stava già pensando la Casa della carità di don Virginio Colmegna. Da oggi ha un alleato in più.

Lo spirito

L’accordo con i sindaci per raggiunger­e 11 comuni lombardi «Ho conosciuto il dopoguerra, ce la faremo anche stavolta»

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Imprendito­re Ernesto Pellegrini, titolare dell’omonima azienda

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