«Faremo 15 mila test al giorno grazie ai soldi di un donatore»
PADOVA Tamponi a tappeto su tutti coloro che sono a rischio di contagio. Dottori, infermieri, carabinieri, poliziotti, cassiere... È il piano Marshall del Veneto studiato dal professor Andrea Crisanti, docente di virologia e microbiologia all’imperial College di Londra e direttore dell’unità complessa diagnostica di microbiologia della Asl di Padova, ma soprattutto coordinatore dell’indagine epidemiologica su Vo’. Con il governatore Luca Zaia ha messo a punto la nuova offensiva sanitaria all’epidemia.
Professore, cosa pensate di fare?
«Faremo la diagnosi a tutte le persone che hanno avuto molti contatti umani con potenziali infetti. Cioè, oltre a quelle che lamentano una sintomatologia compatibile con l’infezione, anche al
personale ospedaliero, alle forze di polizia e ai lavoratori più esposti. Si chiama sorveglianza attiva massiva. L’obiettivo è scovare gli asintomatici perché sono una straordinaria fonte di malattia».
Come sarà finanziato?
«Anche con un importante finanziamento di un grande industriale veneto, non posso dire il nome, che ci permette di raddoppiare i tamponi fin dalla prossima settimana. E attrezzeremo laboratori in tutte le province del Veneto».
Quanti tamponi farete?
«Quindicimila al giorno, contro i duemila attuali».
Perché solo ora un’iniziativa così forte?
«Perché abbiamo avuto i risultati dell’indagine epidemiologica su Vo’, dove si è dimostrato che la maggior parte delle persone contagiate sono asintomatiche. È la prima volta al mondo che viene dimostrata una cosa del genere. Oltre il 50 per cento dei contagiati non accusavano alcun malessere, ma erano una formidabile fonte di contagio. Isolandoli, la percentuale di malati è passata dal 3,2% allo 0,3%, da 88 a 7 infetti, oltre 10 volte in meno».
Quando si vedranno i risultati?
«Bisognerà attendere almeno un mese, il tempo necessario perché il sistema funzioni. Paradossalmente all’inizio ci sarà un’impennata di casi positivi perché avremo molte più diagnosi».