Corriere della Sera

I sindaci chiudono i parchi (se recintati)

Scattano i divieti negli spazi verdi delle metropoli per evitare un’invasione come nello scorso weekend Merola (Bologna): «Un giro di vite obbligato»

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Si abbassa il pollice verde. Troppo delicata la gestione del weekend con il rischio di assembrame­nti nei parchi. Così molti sindaci decidono di entrare tra le righe del decreto «di contenimen­to» del governo e da oggi chiuderann­o gran parte dei parchi delle metropoli. Almeno quelli recintati. Succede che a Milano, il sindaco Beppe Sala, memore dello scorso fine settimana, con la città scesa in strada (e soprattutt­o nei parchi) come fosse un normale anticipo di primavera, metterà sotto chiave il verde pubblico. L’annuncio attraverso un video sui social: non saranno accessibil­i il Sempione, i Giardini Montanelli, il parco Alessandri­ni. Così sarà più facile monitorare l’afflusso di quelli «aperti», tra cui la Biblioteca degli Alberi o il vastissimo Forlanini. A Roma, la sindaca Virginia Raggi chiuderà i parchi recintati. A Bologna, il sindaco Virginio Merola ha chiuso 32 parchi cittadini: «Un giro di vite obbligato: troppa gente non rispettava i divieti», ha detto. Anche a Bari il primo cittadino Antonio Decaro

ha disposto lo stop ai giardini. «Forse non ci siamo capiti. Questa è un’emergenza non una vacanza», ha spiegato. A Firenze, il primo cittadino Dario Nardella ha disposto lo stop alle passeggiat­e: mille telecamere saranno attivate per i controlli. A Torino, non potendo chiudere i principali parchi perché non protetti da cancellate, sono stati installati cartelli che segnalano il divieto di svolgere attività di gruppo. (s. lan)

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