Le strategie decise dal governo promosse dal 62% degli italiani
Anche un elettore di centrodestra su due è favorevole Con la crisi sale il gradimento di Conte: ora è al 52% Raddoppiata la percezione dei rischi. Pure tra i giovani
Iprovvedimenti adottati dal governo per contenere la diffusione del coronavirus stanno stravolgendo la vita degli italiani, modificando comportamenti, atteggiamenti e opinioni. Basti pensare che la consapevolezza del rischio di essere contagiati è più che raddoppiata in una settimana, passando dal 22% al 48%. E oltre uno su due (53%) ritiene che la malattia sia una minaccia elevata per la propria famiglia, il 62% per la propria comunità locale e la propria città, l’86% per l’intero Paese e l’82% per il mondo intero.
La minaccia percepita a livello personale è molto trasversale, accomuna le diverse aree geografiche (con punte più elevate al Centro-sud), le diverse generazioni (a dispetto delle polemiche sull’incuranza dei giovani che non si rassegnano a rinunciare alla movida) e i diversi livelli di istruzione (mentre solitamente sono le persone meno istruite ad essere più sensibili agli allarmi sociali). Quasi due italiani su tre (62%) ritengono molto o abbastanza efficaci le misure adottate dal governo, mentre il 32% è di parere opposto, giudicandole poco o per nulla efficaci. La differenza tra i fiduciosi e gli scettici è molto aumentata a vantaggio dei primi, passando da 10 punti di due settimane fa, ai 18 della scorsa settimana ai 30 odierni. E l’efficacia percepita prevale tra tutti gli elettorati, con punte più elevate tra i dem (83%) e i 5 Stelle (75%) e valori più contenuti tra gli elettori di FI e FDI (53%) e tra i leghisti (51%).
Le comunicazioni intercorse tra governo e istituzioni locali riguardo alla gestione dell’emergenza sono giudicate chiare e tempestive dal 53%. Identica percentuale di chi considera chiare e tempestive le comunicazioni delle istituzioni alla popolazione sui motivi e le conseguenze delle misure adottate con i decreti d’urgenza. E, ancora, il 52% è convinto che i cittadini della propria zona abbiano capito che il rallentamento del contagio dipenderà in larga misura dal comportamento individuale, indipendentemente dall’essere controllato o meno dalle autorità. Nelle regioni settentrionali, colpite più duramente dall’epidemia, le opinioni sulla tempestività e la chiarezza delle comunicazioni delle istituzioni sono un po’ meno positive, pur risultando maggioritarie.
In settimana il premier Conte ha ricevuto i leader dell’opposizione per un confronto e si sono attenuate le polemiche tra maggioranza e opposizione come pure tra governo e Regioni. Il clima di minore conflittualità è stato percepito dalla maggioranza degli italiani: per il 51% c’è uno sforzo comune da parte di tutti i leader politici per affrontare in modo condiviso l’emergenza, mentre il 29% è di parere opposto e tra costoro quasi la metà (14%) pensa che tutti i leader abbiano anteposto gli interessi della propria parte, il 12% considera Salvini l’esponente che si è maggiormente distinto in tal senso, il 7% Giorgia Meloni, il 5% Renzi. Nel clima di maggiore concordia si registra un aumento dell’apprezzamento del premier, il cui indice di gradimento passa dal 48 di due settimane fa al 52. Persino il 26% dei leghisti e il 28% degli elettori di FI e di FDI si esprimono positivamente su Conte, a cui sembra aver giovato il cambiamento di strategia comunicativa, risultata più istituzionale.
Come spesso accade nelle situazioni difficili il Paese dà il meglio di sé, basti pensare all’abnegazione dei medici e degli operatori sociosanitari e ai piccoli e grandi gesti di altruismo e generosità che si moltiplicano senza sosta, relegando in secondo piano alcuni disdicevoli episodi che pure non ci siamo fatti mancare. Ex malo bonum, come diceva Sant’agostino.