Si mobilitano i librai Cultura, un appello per lo stato di crisi
Il mondo della cultura e le librerie si appellano al premier Conte affinché arrivi al piu presto una risposta allo stato di crisi. Una prima lettera, promossa da 10 assessori ai Beni culturali delle più grandi città italiane e firmata da centinaia di artisti, registi, attori, scrittori, cantanti, musicisti, architetti, stilisti — da Paolo Sorrentino a Eleonora Abbagnato, da Silvia Avallone ad Antonio Marras, da Andrée Ruth Shammah ad Antonello Venditti — denuncia le poche garanzie per i lavoratori di un’industria (produzione, servizi per gli spettacoli dal vivo, arti visive, musei, cinema, editoria e biblioteche) che oggi «rischia tutto; ricorda che «la vita culturale è un tratto distintivo e una risorsa fondamentale del Paese» e chiede a Palazzo Chigi di «dichiarare lo stato di crisi per l’intero settore pubblico e privato», estendendo «l’accesso temporaneo al reddito di cittadinanza a operatori del settore». L’altro appello a Conte è firmato invece da Paolo Ambrosini, presidente dell’associazione librai italiani (Ali), per colmare la distanza economica tra le librerie, chiuse per decreto, e il commercio su Internet: «Se non vogliamo che nelle nostre città scompaiano per sempre i librai, sostituiti da fredde comunicazioni online, bisogna intervenire». Nel superdecreto allo studio del governo, intanto, per la cultura si chiedono un fondo ad hoc da 100 milioni per sostenere cinema e spettacoli dal vivo e si ipotizzano voucher-rimborso per tutti gli eventi saltati in questi giorni.