Sánchez vara il blocco totale ma è fuga di massa dalle città Catalogna verso l’isolamento
Assalto ai treni veloci in partenza da Madrid, esodo nelle località di mare o nelle seconde case Probabile rinvio del voto in Galizia e nei Paesi Baschi
grosse industrie hanno deciso di chiudere le loro filiali spagnole: Seat, Volkswagen e Renault. Sospese le attività del Parlamento, che non si riunirà prima del 24 marzo.
A Madrid dove già risultano oltre 2.000 positivi e 40 deceduti, è stato modificato il criterio dei test che saranno condotti soltanto su chi ha sintomi e prima di dimettere chi è guarito. Da oggi, oltre a scuole e università, musei, cinema e teatri, chiudono bar, ristoranti, locali notturni e gli esercizi commerciali, tranne farmacie, supermercati, benzinai, edicole e tabaccai. Paralizzata l’attività dei tribunali. Stop anche ai campionati sportivi.
La Conferenza episcopale è pronta cancellare le celebrazioni della Settimana santa.
Le autorità spagnole non sono riuscite a frenare l’esodo in massa da Madrid verso le seconde case, al mare o nei villaggi di origine. Nella regione di Murcia è stato disposto l’isolamento di 376 mila persone nelle località sulla costa. Treni ad Alta velocità sono arrivati strapieni a Valencia, che aveva già deciso di annullare Las Fallas,la festa del fuoco e dei giochi pirotecnici, frequentata ogni anno da migliaia di turisti. La Catalogna si prepara a chiudere dopo aver isolato 70 mila abitanti nell’area di Igualada, particolarmente colpita dal virus. Quasi certo il rinvio delle elezioni galiziane e basche.
Il virus ha attaccato la classe politica: due ministre sono risultate
d
Lo stato di allerta consente di mobilitare tutti i mezzi economici, sanitari, civili e militari, per proteggere i cittadini
Seconda volta
Nella storia della democrazia spagnola è la seconda volta che si dichiara l’emergenza
positive, Irene Montero (Pari opportunità), Carolina Darias (Politiche territoriali), Santiago Abascal, presidente di Vox, nuova formazione parlamentare di estrema destra, e almeno tre deputati, tutti reduci dall’assemblea generale del partito, con 9000 partecipanti. In isolamento il leader di Unidas Podemos, Pablo Iglesias, secondo vicepresidente del governo e partner di Montero; in quarantena anche la sindaca di Barcellona, Ada Colau.
È la seconda volta, nella storia della democrazia spagnola, che si dichiara lo stato d’allerta: nel 2010 furono precettati così i controllori aerei in conflitto con il governo.