«Tutele per i tassisti, altrimenti non lavoreremo»
Anche noi tassisti milanesi stiamo subendo gli effetti della pandemia. Abbiamo accettato i provvedimenti di distanziamento sociale per il suo contenimento, consapevoli che, se applicati in modo stringente, sarebbero sembrati eccessivi, ma che la sottovalutazione del pericolo avrebbe portato conseguenze disastrose. Malgrado le Autorità ci abbiano lasciati soli, rispondendo in modo «inadeguato» alle nostre richieste di aiuti, nonostante il rischio di contagio per il contatto con pubblico indifferenziato in ambiente ristretto, finora abbiamo assolto l’obbligo di dare continuità al servizio, seguendo le indicazioni di profilassi. Tuttavia, assecondando il bisogno di mobilità degli utenti, purché pochi, il servizio taxi può inficiare l’azione di contenimento della pandemia. Pertanto, per non vanificare il lavoro titanico di medici e sanitari, in solidarietà con i lavoratori dipendenti dei comparti in attività non sospesa, ai sensi del Dpcm 11.03.2020, obbligati a lavorare, e senza adeguate protezioni fornite dal datore di lavoro, mi appello al senso di responsabilità dei colleghi tassisti milanesi, per chiedere l’astensione dal servizio, in ragione della facoltà di «]...] rifiutare le richieste di servizio quando sussistano giustificati motivi di sicurezza» (art. 41, co. 7, let. a, Regolamento del bacino di traffico del sistema aeroportuale del servizio taxi Regione Lombardia), finché le Autorità non attueranno una «programmazione» adeguata per il servizio taxi, assicurando il servizio minimo essenziale, come disposto dal Dpcm 11.03.2020, art. 1, co. 5.
Francesco Muciaccia, Tassista, Lic. 4070 Comune di Milano