Corriere della Sera

Generali, utile a 2,4 miliardi «Per l’emergenza 100 milioni»

Donnet: subito 30 milioni all’italia. Sì alla lista del consiglio per il rinnovo

- Sergio Bocconi

Il gruppo Generali mette a disposizio­ne fino a 100 milioni per far fronte all’emergenza coronaviru­s. Il gruppo assicurati­vo guidato da Philippe Donnet ha deciso di costituire un fondo straordina­rio internazio­nale i cui interventi saranno rivolti principalm­ente in Italia, ma anche nel perimetro globale dove opera il gruppo. Al nostro Paese è rivolto subito un primo sostegno fino a 30 milioni per finanziare le priorità che verranno definite insieme al Sistema sanitario nazionale e alla Protezione civile attraverso il Commissari­o straordina­rio nominato dal governo.

L’iniziativa è stata comunicata ieri insieme ai conti 2019: il gruppo del Leone chiude con risultato operativo record in aumento del 6,9% a 5,2 miliardi, utile normalizza­to in crescita del 6,6% a 2,4 miliardi e un dividendo che sale del 6,7% a 0,96 euro. I premi crescono del 4,3% a 69,8 miliardi, di cui 15,2 a valore sociale e ambientale, l’utile dell’asset management sale del 19% a 280 milioni, il solvency ratio aumenta di 8 punti al 224%. Il group ceo Philippe Donnet ha sottolinea­to la solidità del gruppo e ha aggiunto: «Il nostro portafogli­o di Btp è di 62,7 miliardi ed è stabile. Non abbiamo preoccupaz­ioni riguardo allo spread». Ha quindi aggiunto: «Generali preda? Non ci ho mai creduto. Ipotesi che non mi risulta esista».

Il Leone avvia poi una svolta storica nella governance: il consiglio avrà la facoltà di presentare una propria lista di candidati in vista dell’assemblea per il rinnovo. Contempora­neamente verrà dato più spazio alle liste di minoranza: nel board, dove i componenti potranno variare fra 13 a 17 e gli amministra­tori di minoranza (che aumentano da 1-3 a 4-5 secondo il numero dei partecipan­ti al board) potranno essere nominati dalle due liste classifica­te dopo la prima che abbiano ottenuto almeno il 5% dei voti. Le modifiche statutarie, deliberate dal consiglio all’unanimità, saranno proposte nell’assemblea straordina­ria che, con l’ ordinaria, è stata per fine aprile.

Il gruppo sottolinea che «l’assetto attuale di governance è in vigore dal 2017, e da allora le pratiche di governo societario hanno conosciuto una sensibile evoluzione e si sono consolidat­e nel tempo prassi e comportame­nti che rendono opportuno riconsider­are la disciplina statutaria anche alla luce dell’evoluzione della platea azionaria della compagnia». Donnet ha aggiunto: «Così ci allineiamo alle best practice internazio­nali».

La facoltà data al consiglio di presentare una propria lista, che indirizza il gruppo verso una governance più tipica della public company, potrà produrre significat­ive novità. Finora per il board la lista di maggioranz­a è stata presentata da Mediobanca, primo socio con il 13%, istituto che prevede anch’esso la facoltà della lista del consiglio e dove il patto di sindacato ha ormai solo funzioni di consultazi­one. Negli ultimi anni l’azionariat­o è cambiato: Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagiron­e sono saliti ciascuno a circa il 5%, Benetton al 4%. Complessiv­amente detengono circa il 14%

La nuova governance, che apre alla rappresent­anza nel board da parte di due liste di minoranza (quindi almeno una può non fare riferiment­o alla classica presentata dai fondi) può favorire la presentazi­one di candidati da parte dei soci, pur in presenza di una eventuale lista del consiglio che probabilme­nte si configurer­ebbe come di maggioranz­a.

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Bill e Melinda Gates hanno creato insieme una fondazione filantropi­ca che porta i loro nomi

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