Generali, utile a 2,4 miliardi «Per l’emergenza 100 milioni»
Donnet: subito 30 milioni all’italia. Sì alla lista del consiglio per il rinnovo
Il gruppo Generali mette a disposizione fino a 100 milioni per far fronte all’emergenza coronavirus. Il gruppo assicurativo guidato da Philippe Donnet ha deciso di costituire un fondo straordinario internazionale i cui interventi saranno rivolti principalmente in Italia, ma anche nel perimetro globale dove opera il gruppo. Al nostro Paese è rivolto subito un primo sostegno fino a 30 milioni per finanziare le priorità che verranno definite insieme al Sistema sanitario nazionale e alla Protezione civile attraverso il Commissario straordinario nominato dal governo.
L’iniziativa è stata comunicata ieri insieme ai conti 2019: il gruppo del Leone chiude con risultato operativo record in aumento del 6,9% a 5,2 miliardi, utile normalizzato in crescita del 6,6% a 2,4 miliardi e un dividendo che sale del 6,7% a 0,96 euro. I premi crescono del 4,3% a 69,8 miliardi, di cui 15,2 a valore sociale e ambientale, l’utile dell’asset management sale del 19% a 280 milioni, il solvency ratio aumenta di 8 punti al 224%. Il group ceo Philippe Donnet ha sottolineato la solidità del gruppo e ha aggiunto: «Il nostro portafoglio di Btp è di 62,7 miliardi ed è stabile. Non abbiamo preoccupazioni riguardo allo spread». Ha quindi aggiunto: «Generali preda? Non ci ho mai creduto. Ipotesi che non mi risulta esista».
Il Leone avvia poi una svolta storica nella governance: il consiglio avrà la facoltà di presentare una propria lista di candidati in vista dell’assemblea per il rinnovo. Contemporaneamente verrà dato più spazio alle liste di minoranza: nel board, dove i componenti potranno variare fra 13 a 17 e gli amministratori di minoranza (che aumentano da 1-3 a 4-5 secondo il numero dei partecipanti al board) potranno essere nominati dalle due liste classificate dopo la prima che abbiano ottenuto almeno il 5% dei voti. Le modifiche statutarie, deliberate dal consiglio all’unanimità, saranno proposte nell’assemblea straordinaria che, con l’ ordinaria, è stata per fine aprile.
Il gruppo sottolinea che «l’assetto attuale di governance è in vigore dal 2017, e da allora le pratiche di governo societario hanno conosciuto una sensibile evoluzione e si sono consolidate nel tempo prassi e comportamenti che rendono opportuno riconsiderare la disciplina statutaria anche alla luce dell’evoluzione della platea azionaria della compagnia». Donnet ha aggiunto: «Così ci allineiamo alle best practice internazionali».
La facoltà data al consiglio di presentare una propria lista, che indirizza il gruppo verso una governance più tipica della public company, potrà produrre significative novità. Finora per il board la lista di maggioranza è stata presentata da Mediobanca, primo socio con il 13%, istituto che prevede anch’esso la facoltà della lista del consiglio e dove il patto di sindacato ha ormai solo funzioni di consultazione. Negli ultimi anni l’azionariato è cambiato: Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone sono saliti ciascuno a circa il 5%, Benetton al 4%. Complessivamente detengono circa il 14%
La nuova governance, che apre alla rappresentanza nel board da parte di due liste di minoranza (quindi almeno una può non fare riferimento alla classica presentata dai fondi) può favorire la presentazione di candidati da parte dei soci, pur in presenza di una eventuale lista del consiglio che probabilmente si configurerebbe come di maggioranza.