Lodo Guenzi e Orietta Berti insieme per un punk da balera
Unire i puntini che vanno da Lodo Guenzi, simbolo dell’indie di rito impegnato con Lo Stato Sociale, a Orietta Berti, voce della semplicità nazional popolare, per arrivare a Pacifico, autore raffinato che usa come pochi la lingua italiana. È il progetto degli Extraliscio, band che di puntini ne unisce altri, quelli che portano da Mirco Mariani, batterista con anni di lavoro per Enrico Rava e Vinicio Capossela, a Moreno «il Biondo» Conficconi e Mauro Ferrara, monumenti del liscio.
Il disegno finale è «Merendine blu», brano uscito ieri dove la nostalgia di un’adolescenza passata tra figurine, tamarindo e soldatini, contrasta con un ritmo in levare tutto da ballare e qualche scintilla quasi noise.
«Il liscio ha una sua attualità: in un momento di individualismo ci fa capire che è importante l’aggregazione. Le balere erano spazi dedicati a quello», dice Mariani. Gli Extraliscio mettono insieme la tradizione romagnola con l’attitudine della rockband. «Non sai mai cosa succede a mettere le mani su una musica che nasce sulla terra come il liscio, se tocchi le radici la pianta muore. Il segreto del progetto, nato dopo che Riccarda Casadei mi ha presentato Moreno e Mauro, in passato colonne dell’orchestra Casadei, è stato mantenere le radici e innestare sul tronco chitarre rock, distorsioni, elettronica e creare quello che chiamiamo punk da balera, come il nostro secondo album (esce il 27 marzo, ndr)».
Guenzi si è fatto convincere da Orietta Berti: «Ho pensato: “È il picco della mia carriera, dopo mi posso ritirare”. Consideravo il liscio una trashata, la mia formazione sul genere erano le trasmissioni delle tv regionali. Conoscendo loro ho capito che dietro c’è una professionalità da compagnia di giro di inizio 900 che non esiste più».
La cantante racconta così la sua partecipazione: «Il liscio è la musica della mia terra, negli anni 70 combattei per inserire “Romagna mia” e “La mia gente” in un disco folk: la casa discografica non le voleva perché non avevano una tradizione secolare. In 55 anni di carriera ho affrontato tanti generi magari non il rock che è la passione di mio figlio Omar, ma questo crossover mi ha convinta».
L’immaginario degli Extraliscio ibrida alto e basso. Hanno suonato all’inaugurazione di un monumento per Umberto Eco ad Alessandria e la loro storia sarà in un film, ancora in lavorazione, diretto da Elisabetta Sgarbi. Le balere non sono il loro obiettivo. «Lì non ci vogliono perché ormai in quei posti si suona musica per balli di gruppo, molto latin. Puntiamo a club e teatri».