Corriere della Sera

«Con la suina fu diverso Sapevamo quali vaccini si potevano utilizzare»

Salmaso, che guidò la campagna anti-pandemia nel 2009

- di Margherita De Bac mdebac@rcs.it

«La curva epidemica è ancora in ascesa ma l’incidenza di nuove infezioni è diversific­ata tra le Regioni e verosimilm­ente è sfalsata nel tempo rispetto alla Lombardia, che continua a essere la più colpita in quanto è stata la prima a registrare una trasmissio­ne locale e non importata. È presumibil­e che questo quadro si manterrà ancora qualche settimana».

È l’analisi di Stefania Salmaso, già direttrice del Centro nazionale epidemiolo­gia e sorveglian­za dell’istituto superiore di sanità. C’era lei quando arrivò la Sars nel 2003.

Passerà ancora molto prima di vedere una schiarita?

«Le drastiche misure messe in atto, se rispettate e man«sono tenute rigorosame­nte, potranno rallentare l’incidenza registrata non prima di diversi giorni. Oggi osserviamo un’immagine tracciata dalla diagnosi su casi di persone infettate almeno due settimane fa».

I morti hanno superato quelli della Cina. È possibile fare il confronto tra le due realtà?

«No. Molti ammalati lievi probabilme­nte sfuggono alla rilevazion­e e non sono conteggiat­i, i deceduti invece sono conteggiat­i anche quando l’identifica­zione dell’infezione avviene dopo la morte e le stesse persone non erano state incluse tra i casi. Inoltre va osservata la particolar­e distribuzi­one per età delle vittime in Italia, fortemente concentrat­a nell’età più anziana. Per fare il confronto bisogna almeno calcolare le frequenze relative alla quantità di persone che ci sono in ogni gruppo di età».

Lei ha preparato il piano anti-pandemico del 2009 contro l’influenza H1N1, la cosiddetta suina. Cosa ha di diverso questa situazione?

«La preparazio­ne dovrebbe essere la stessa. La differenza però è che per l’influenza sapevamo come mettere a punto vaccini specifici mentre ora siamo alle prese con un nuovo patogeno».

Si insiste molto sul concetto della distanza droplet, legata al raggio di diffusione delle goccioline. Si possono ipotizzare altre modalità di trasmissio­ne del virus?

In teoria se le persone non entrassero in contatto si potrebbe correre e stare all’aperto ma se diventa l’occasione per stare insieme vanifica le misure

state segnalate altre modalità ma si ritiene che contribuis­cano molto poco all’attuale epidemia e comunque il lavaggio frequente delle mani è un ottimo metodo di prevenzion­e».

Uomini più colpiti delle donne. Come mai?

«I dati sembrano a sfavore degli uomini ma bisognereb­be valutare il ruolo di altri fattori non di tipo genetico, relativo a stili di vita e condizioni di salute. Ad esempio, in Cina è stato osservato che la mortalità per i fumatori era molto più elevata».

Che senso ha vietare la corsa per strada, anche in solitario?

«In teoria, se le persone non entrassero in contatto potrebbero correre, passeggiar­e e stare all’aria aperta, ma se questa diventa occasione per stare insieme ad altri e incontrars­i viene meno lo scopo principale delle misure di divisione. Il nostro comportame­nto non difende solo noi stessi. Ognuno di noi può essere strada di trasmissio­ne virale e sostenere la circolazio­ne del virus nella popolazion­e. Noi dobbiamo tagliargli la strada, tutti insieme».

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