Partite Iva e professioni, la svolta (a ostacoli) per avere i 600 euro
e poi trovare il modo di erogare il bonus con tempestività (e quindi scartando il credito d’imposta che avrebbe portato troppo in là i benefici del risarcimento). La scelta che è stata fatta, proprio in virtù della tempistica ridotta a disposizione, è stata quella di non selezionare tra i beneficiari in base al reddito ma di accomunare tutti nella fruizione dello stesso bonus (600 euro nel primo mese). Solo così l’inps, il soggetto erogatore per commercianti/artigiani e iscritti alla sua gestione separata, sarà in grado di assolvere al suo compito in un mese e non nei 3 o 4 necessari per poter incrociare i dati in suo possesso con le posizioni reddituali. Per inciso vale la pena ricordare come il monte-risorse erogato per il solo mese di marzo (e replicabile successivamente) è di 3 miliardi, gli stanziamenti per la flat tax del primo governo Conte avevano la stessa cifra ma con effetti diluiti su un anno di attività.
Il provvedimento però proprio per le difficoltà di cui sopra ha palesato delle pecche non di poco conto. La prima e più importante riguarda l’esclusione dei professionisti ordinisti che non sono iscritti all’inps ma alle proprie Casse di previdenza e quindi non possono che essere raggiunti se non tramite un accordo tra lo Stato e le Casse stesse. Da questa difficoltà di ordine
Il bonus
● I decreto Curaitalia ha introdotto un bonus di 600 euro per tutti i titolari di partita Iva. Il contributo è valido per il mese di marzo ma è possibile che venga prorogato
● L’assegno verrà erogato dall’inps
● Al momento restano tagliati fuori dal bonus gli iscritti agli ordini professionali che aderiscono alle proprie casse di previdenza e non all’inps