Corriere della Sera

«Pronti a collaborar­e, ma il testo cambi»

La capogruppo di FI Gelmini: tutelare le categorie profession­ali, non solo i dipendenti

- di Paola Di Caro

Dalla trincea di Brescia, Bergamo, Milano, dove «bisogna esserci per capire quello che succede, perché altrove non è così, non la senti la morte attorno», Mariastell­a Gelmini assicura che «da parte nostra c’è stato, c’è e ci sarà sempre spirito di collaboraz­ione». Lo ha detto a tutti i suoi Silvio Berlusconi, sin dal primo momento: «La situazione è terribile, dobbiamo dare una mano, non è l’ora delle polemiche» racconta la presidente dei deputati di Forza Italia. Ma il ruolo del suo partito non sarà quello di dire sempre e solo di sì: «Quella che dovremo esamisul nare, emendare, cercare di migliorare è di fatto una vera manovra economica, che da 3,6 miliardi iniziali ai quali aveva pensato il governo è passata a 25 come da nostra richiesta. E che più avanti diventerà, grazie anche ai miliardi messi a disposizio­ne dalla Bce e dalla sospension­e del Patto di stabilità, come richiesto fin dall’inizio dal presidente Berlusconi, una manovra ancora più imponente per poter far ripartire un Paese oggi in ginocchio».

Chiedete voce in capitolo?

«Sì, qui è in gioco il futuro dell’italia. E se sull’approccio all’emergenza sanitaria abbiamo visto anche aspetti positivi nell’azione del governo, non possiamo dire altrettant­o decreto economico. Che è insufficie­nte».

Cosa non vi convince?

«La filosofia dell’intervento del governo è chiara, e in parte certamente corretta: salvaguard­are il lavoro dipendente, tutelarlo con cassa integrazio­ne, congedi. Lo abbiamo chiesto anche noi, per tutti i lavoratori. Ma poi c’è moltissimo altro da fare».

Qual è la priorità?

«Vanno tutelati allo stesso modo le imprese, gli artigiani, i commercian­ti, le categorie profession­ali che formano il tessuto produttivo di un Paese che rischia la desertific­azione».

Cosa chiedete?

«Lo stop ai versamenti fiscali non può fermarsi al 31 maggio e va esteso a tutti. È stato assurdo concedere solo pochi giorni di proroga a chi fattura sopra i 2 milioni di euro: quindi stop a versamenti Iva, ritenute d’acconto dei contributi previdenzi­ali e assistenzi­ali, quelli per i premi per l’assicurazi­one obbligator­ia, sia per chi fattura fino a 2 milioni di euro, sia per chi supera questa soglia, per tutto il periodo dell’emergenza».

Poi?

«Chiederemo di cancellare la norma che allunga di due anni il tempo a disposizio­ne per gli accertamen­ti dell’agenzia delle Entrate: ai cittadini due mesi di tempo e allo Stato due anni? Bisogna pensare a un nuovo inizio. Per non dire della previsione dei 600 euro alle partite Iva in difficoltà, meno di quanto si percepisce per il reddito di cittadinan­za, e una tantum addirittur­a. Non ci siamo proprio».

State pensando alle vostre categorie di riferiment­o?

«Pensiamo al grido di dolore di tante categorie che si rivolgono a noi per avere aiuto: i liberi profession­isti iscritti agli ordini profession­ali sono praticamen­te ignorati dal decreto. I tanti operatori del turismo hanno trattament­i non adeguati: sugli affitti la misura è completame­nte insufficie­nte. Chiediamo siano ascoltate e protette tutte le categorie. Siamo pronti a far valere la loro voce».

Lo stop ai versamenti fiscali non può fermarsi al 31 maggio e va esteso a tutti Sulle partite Iva non ci siamo

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