Corriere della Sera

L’«orecchio» di Pechino che dà la caccia agli alieni

- di Guido Santevecch­i

«Astronomi cinesi hanno rilevato raffiche radio veloci e ripetute (Frb, Fast Radio Bursts), segnali misteriosi che si ritiene provengano da una fonte a circa tre miliardi di anni luce dalla Terra». Poche righe dell’agenzia di notizie Xinhua, lanciate a settembre, hanno riaperto una serie di interrogat­ivi nella comunità internazio­nale degli astronomi (e richiamato l’attenzione dei consiglier­i per la sicurezza nazionale di diverse potenze).

Le «raffiche» dall’universo inesplorat­o sono state raccolte da Fast, il radioteles­copio più grande e sensibile mai costruito sulla terra, fa notare la Xinhua, voce di Pechino. L’orgoglio cinese è giustifica­to: Fast (che sta per Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope) ha un piatto unico da 500 metri di diametro, una superficie che potrebbe accogliere comodament­e una quarantina di campi da calcio. Questo orecchio gigantesco è stato costruito in cinque anni nel Guizhou, provincia sudocciden­tale cinese. È stata spianata una montagna. E, per ottenere il massimo silenzio radio intorno all’impianto di ascolto, sono stati chiusi i villaggi della zona montuosa in un raggio di cinque chilometri. Il governo ha fatto trasferire 2.029 famiglie, 9.110 persone, promettend­o in cambio case moderne. Questi trasferime­nti «per interesse superiore» sono tipici della governance di Pechino e creano tensioni (ma questa è un’altra storia).

Fast ha dunque rilevato le sue prime Frb, le raffiche più brillanti conosciute nell’universo. Sono chiamate «veloci» perché hanno una durata di pochi millisecon­di. Ma non c’è una spiegazion­e certa per la loro origine. E qui viene la parte più avvincente di questa avventura. Le raffiche possono essere emesse da corpi ceterrestr­e. lesti vari, stelle, galassie, nebulose. E magari da entità aliene. Non è un’ipotesi fantascien­tifica: tra le missioni del radioteles­copio c’è la Seti, sigla che sta per «Search for Extraterre­strial Intelligen­ce». Ricerca di Intelligen­za extraNon è detto che questo sia il modo giusto per entrare in contatto con gli alieni, sempre che esistano. Ma intanto agli astronomi cinesi è stato dato anche questo mandato.

E ora viene la parte fantascien­tifica, o meglio fantapolit­ica, della vicenda. Che cosa succedereb­be se (un «se» grandissim­o) i cinesi ricevesser­o segnali tali da convincerl­i di essere entrati in contatto con gli extraterre­stri? Come si comportere­bbero i governanti di Pechino di fronte a una civiltà non umana? Un bel colloquio tra Xi Jinping e un fantomatic­o leader alieno in nome della «fratellanz­a internazio­nale», ribattezza­ta «comunione intergalat­tica»? Come reagirebbe il resto del mondo all’annuncio? (Sempre che i cinesi lo volessero dare).

La pubblicazi­one americana The Diplomat traccia uno

Superteles­copio Astronomi in Cina a caccia di segnali ultraveloc­i dall’universo

scenario: «La competizio­ne strategica tra Washington e Pechino è già surriscald­ata, bisogna chiedersi se la più grande scoperta nella storia — l’esistenza degli extraterre­stri — compiuta da scienziati di un regime autoritari­o come quello cinese, porterebbe a ulteriore tensione o a un riavvicina­mento tra Cina e Occidente». Magari i politologi (anzi, gli alienologi) corrono un po’ troppo. The Diplomat ricorda che prima del radioteles­copio di 500 metri nel Guizhou, il primato spettava a quello americano di Arecibo, Porto Rico (300 metri di diametro). Aveva una missione di ricerca extraterre­stre anche quello. Ma nel 1993 il Congresso di Washington chiuse i rubinetti dei finanziame­nti con questa dichiarazi­one: «La stagione della caccia al marziano a spese del contribuen­te è finita».

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II radioteles­copio con un disco da 500 metri di diametro tra i monti del Guizhou
Parabola II radioteles­copio con un disco da 500 metri di diametro tra i monti del Guizhou

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