Corriere della Sera

Palamara e la corruzione al Csm Indagata anche l’ex laica Balducci

Perugia, l’accusa di «vacanze pagate» dall’imprendito­re Centofanti. Lei: «Ho chiarito»

- Giovanni Bianconi

L’inchiesta per corruzione a carico dell’ ex componente del Consiglio Superiore della Magistratu­ra Luca Palamara si allarga fino a coinvolger­e un altro ex membro dell’organo di autogovern­o dei giudici: l’avvocata Paola Balducci (all’epoca «laica» in quota centrosini­stra), è stata iscritta nel registro degli indagati per corruzione, in un fascicolo separato, dopo che dagli atti sono emerse presunte «utilità» dispensate da Fabrizio Centofanti, l’imprendito­re amico di Palamara inquisito per lo stesso reato. E destinatar­io, come Palamara e la sua amica Adele Attisani (altra neo-indagata), di un ordine di sequestro preventivo del giudice di Perugia di oltre 60.000 euro. Nel provvedime­nto si riportano — oltre alle parole del magistrato intercetta­to su «vacanze pagate» — le spese per un paio di soggiorni in altrettant­i alberghi e qualche altro servizio. L’avvocata è già stata interrogat­a dai pm di Perugia, e i suoi difensori Antonio Villani e Marco Franco commentano: «Si tratta di un’iscrizione a nostro avviso eccessiva a seguito delle parole in libertà captate al dottor Palamara; riteniamo di avere già offerto ai pm ogni elemento di chiariment­o tanto da attenderci una richiesta di archiviazi­one».

Ma il fulcro dell’inchiesta resta il magistrato che, oltre ad essere coinvolto nelle manovre occulte extra-csm per le nomine ai vertici di alcuni uffici giudiziari, è accusato di essere stato corrotto per avere «messo a disposizio­ne» le sue funzioni di consiglier­e. E tra le «regalie» ricevute da Centofanti (interessat­o, secondo i pm, a molte nomine dei magistrati decise dal Csm) spunta anche il pagamento di una trasferta in Spagna dal 7 a 9 marzo 2016 di Palamara e figlio in occasione della partita di Champions League Real Madrid-roma. Poi ci sono alcune vacanze sia con la famiglia che con l’amica Adele, nonché i lavori di ristruttur­azione dell’appartamen­to di Attisani per decine di migliaia di euro.

Il magistrato ha sostenuto che si trattava di anticipi di spese restituiti in contanti, in virtù di una disinteres­sata amicizia, ma la Procura e il giudice la pensano diversamen­te: «Sono emersi dati oggettivi e difficilme­nte contestabi­li che denotano come la relazione tra Palamara e Centofanti sia stata inquinata da interessi non confessabi­li». E a dimostrazi­one di ciò si sottolinea­no sia le modalità semiclande­stine dei loro incontri, soprattutt­o dopo le inchieste giudiziari­e che hanno portato all’arresto di Centofanti, sia le intercetta­zioni e gli interrogat­ori di indagati in altri procedimen­ti e testimoni vari. La semplice amicizia, accusano i pm, non giustifica «un atteggiame­nto costanteme­nte munifico di Centofanti verso Palamara», protrattos­i nel tempo e senza che il magistrato risultasse bisognoso di aiuti o prestiti. Piuttosto «sono emersi elementi, che denotano modalità relazional­i ambigue e volutament­e occulte».

Dopo l’arresto di Centofanti a inizio 2018 Palamara ha cancellato i messaggi Whatsapp con l’imprendito­re, ma dal telefono della Attisani gli investigat­ori sono riusciti a ricostruir­e almeno dodici incontri tra i due, fino alla vigilia dell’arresto dell’imprendito­re e dopo il suo ritorno in libertà. Il pagamento dei lavori a casa della donna è avvenuto dopo le perquisizi­oni subite da Centofanti nel 2017, quando il magistrato avrebbe potuto avere maggiore prudenza nei suoi rapporti con l’imprendito­re. Tanto più che dopo la visita degli investigat­ori a casa di Centofanti scrisse subito un messaggio alla donna: «Ci sono delle rogne». E poco dopo: «Quante cose mi tornano in mente ora… tipo Favignana», che per i pm è un chiaro riferiment­o a uno dei soggiorni pagati dall’imprendito­re a Palamara e Attisani nel 2014.

Per i pm si tratta di «continui benefici» accordati al magistrato per la sua «stabile disponibil­ità» alle «istanze esterne» di cui il lobbista Centofanti era «portatore», e poco importa se non sono emersi atti in cui l’ex componente del Csm abbia fatto qualcosa che non doveva fare. Basta il «generico mercimonio della funzione».

Alberghi

Disposto il sequestro preventivo di 66mila euro per soggiorni, hotel e varie «utilità»

 ??  ?? Magistrato Luca Palamara, 50 anni, è stato pm a Roma, presidente dell’anm e membro togato del Csm
Magistrato Luca Palamara, 50 anni, è stato pm a Roma, presidente dell’anm e membro togato del Csm

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