«Noi farmacisti a rischio: dateci le mascherine»
Sono farmacista in un paese dell’entroterra di Savona. Le farmacie sono obbligate a fare servizio. I nostri clienti sono, per definizione, malati o parenti di malati. Svolgiamo il nostro lavoro con passione e professionalità, ma lo dovremmo fare in presenza di tutti gli strumenti di protezione garantiti agli operatori sanitari. In particolare i Dpi, mascherine ad alta protezione che permettono un adeguato filtraggio dell’aria respirata. Il primo collega deceduto per contagio è un farmacista valdostano, ma ci sono altri contagiati. Le mascherine adatte sono, per noi, introvabili; addirittura, un’ordinanza del presidente della Regione Liguria impone alle farmacie che ne possedessero di consegnarle agli ospedali affinché vengano utilizzate da medici e infermieri, perché sono più a rischio di noi. Questo è sicuramente vero, ma anche noi rischiamo. Noi abbiamo (poche) mascherine chirurgiche, che sappiamo inefficaci nella prevenzione, e le laviamo e rilaviamo perché non ne troviamo più. Noi chiediamo di sbloccare la situazione e di essere inseriti fra gli operatori sanitari riconosciuti a forte rischio.