La Bce libera 1.800 miliardi L’appello di Confindustria: tasse sospese a tutte le imprese
Meno vincoli patrimoniali per le banche. «Cig, l’inps paghi subito»
Anche il ramo Vigilanza della Bce scende in campo contro l’emergenza coronavirus, liberando di fatto 1.800 miliardi di euro per nuovi crediti a famiglie e imprese colpite dalla crisi. Una crisi che sarà pesante: l’istituto di ricerca Ref stima un crollo del Pil dell’8% nei primi sei mesi del 2020. Per questo la mossa della vigilanza presieduta dall’italiano Andrea Enria dovrebbe essere apprezzata dai banchieri, che da tempo chiedono meno pressioni sul patrimonio. Le nuove regole di vigilanza, insieme con il bazooka deciso dal ramo monetario della Bce — 750 miliardi di acquisti di titoli pubblici e privati, il «programma Pepp» — dovrebbero stimolare la liquidità tra le imprese.
In particolare, si liberano 120 miliardi di euro con la possibilità — concessa ieri alle banche — di non rispettare i requisiti di capitale del cosiddetto «secondo pilastro» («Pillar 2») . Secondo le simulazioni Bce, possono essere usati per coprire le perdite «o potenzialmente finanziare fino a 1.800 miliardi di prestiti a famiglie e imprese».
Inoltre ci sarà «flessibilità» sul trattamento dei crediti deteriorati (npl) «per consentire alle banche di beneficiare pienamente delle garanzie e delle moratorie messe in atto dalle autorità pubbliche». Più in generale, sarà data flessibilità nei programmi di riduzione degli npl «tenendo conto della natura straordinaria delle attuali condizioni di mercato». Inoltre le banche avranno più margini nel decidere gli accantonamenti sui crediti deteriorati per evitare «effetti pro-ciclici»: cioè si vuole evitare che le banche restringano il credito per paura di dover accantonare capitale in previsione di una perdita. Anche la Banca d’italia ha allentato le ispezioni in loco e introdotto flessibilità sull’invio delle segnalazioni dei clienti che non pagano alla Centrale Rischi.
Le iniziative prese in Europa e in Italia, secondo Confindustria, vanno nella direzione giusta, ma non bastano. E sopratutto bisogna fare presto. È questo il senso del documento di proposte al governo diffuso ieri dall’associazione degli imprenditori guidata da Vincenzo Boccia. Servono iniziative immediate su scala nazionale ed europea» per creare «una diga solida e difendere la nostra economia».
Confindustria propone: 1) un piano anticiclico straordinario finanziato con eurobond; 2) la sospensione immediata per tutte le imprese, a prescindere dalle soglie di fatturato, dei versamenti fiscali e contributivi; 3) il pagamento diretto da parte dell’inps delle integrazioni salariali; 4) il rafforzamento del Fondo di garanzia per le piccole e medie aziende; 5) misure straordinarie per la liquidità delle imprese, anche medie e grandi, attivando risorse di Cdp, Bei e Fei; 6) la possibilità di un ingresso temporaneo dello Stato nel capitale delle aziende strategiche; 7) alleggerire i requisiti prudenziali sui nuovi finanziamenti bancari; 8) potenziare il Temporary framework sugli aiuti di Stato approvato dalla Commissione europea; 9) semplificare il riconoscimento di C0vid-19 quale causa di forza maggiore ai fini dell’esecuzione dei contratti; 10) rilancio degli investimenti pubblici; 11) un Comitato nazionale per la tutela del lavoro che intervenga con immediatezza individuando le azioni e le risorse di volta in volta necessarie.
Ref Ricerche: nei primi sei mesi atteso un crollo del Pil italiano dell’8%
La Bce consente alle banche di usare parte del capitale, pari a 120 miliardi