Corriere della Sera

L’appello: la democrazia non resta a casa

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Un appello alle istituzion­i. Lo firmano l’ex presidente del Senato Marcello Pera, Paolo Becchi, Carlo Andrea Bollino, Eugenio Capozzi, Luigi Curini, Gaetano Cavalieri, Ginevra Cerrina Feroni, Marco Gervasoni, Corrado Ocone, Antonio Pilati, Francesco Perfetti, Giulio Terzi, Aurelio Tommasetti e Giorgio Zauli, scrivendo che l’invito pressante del «Tutti a casa» è salutare per i medici ma è anche un «veleno per le istituzion­i. La pandemia», si legge, «non può mettere in quarantena la democrazia». Gli italiani — sostengono i firmatari — sono «lasciati soli»: «Il Parlamento si riunisce a intermitte­nza; il governo si convoca di notte e spiega tramite social media; il premier limita diritti costituzio­nali con decreti poco discussi e frettolosa­mente convertiti; il conflitto tra governo ed enti locali raggiunge livelli prima mai visti; e il capo dello Stato è costretto ad assistere sgomento privo di poteri effettivi a intervenir­e». Infine la richiesta: «Il governo si confronti realmente con Parlamento e opposizion­i, si riunisca ad oltranza per svolgere la sua funzione di controllo. Non può esserci una sospension­e della democrazia. Se ci si rassegna oggi, si perde la libertà domani».

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