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«Controllino lo Stretto o mi metto sulla banchina»
Cateno De Luca, 48 anni, Sicilia vera, sindaco di Messina, si batte contro gli sbarchi sull’isola dallo Stretto
è piazzato nella notte fra lunedì e martedì sulla banchina di attracco dei traghetti provenienti dalla Calabria bloccando i passeggeri come uno sceriffo, Cateno De Luca, il sindaco di Messina già arrestato e scarcerato con tante scuse per altre vicende. Amante dei toni forti, anche stavolta ha alzato la voce tuonando contro i (presunti) mancati controlli sullo Stretto: «Arrivano a migliaia dal Nord, lavoratori e studenti, in barba ai decreti che il governo emana senza poi farli rispettare...». Ma i vuoti promette di coprirli lui. A colpi d’ordinanza. Come quella emessa lunedì notte, in vigore da domani, 26 marzo ore 14: «La banchina è demaniale e posso fare poco, ma dopo venti metri siamo in territorio comunale e lì, varcati i cancelli, bloccherò tutti...». Per fortuna ieri l’hanno convocato alla Capitaneria di porto per assicurargli che i controlli si faranno. E lui tira un sospiro di sollievo: «A me interessa soltanto che si istituisca una banca dati dei pendolari che per ragioni di lavoro attraversano lo Stretto. Per gli altri chiedo che chiunque mette piede in Sicilia avverta con 24 ore di anticipo. Se si può, si lascia passare informando i sindaci di paesi e città di arrivo. Così sappiamo chi e dove deve fare la quarantena». Sollevato, ma non troppo: «Adesso si faranno i controlli? Significa che prima non li facevano. Come è accaduto con la Renault 4 piena di artisti di strada. Fermati a Salerno e lasciati andare. Ieri postavano foto da Acitrezza. Chi sono? Nessuno lo sa».
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A me interessa soltanto che si faccia una banca dati dei pendolari che passano dalla Calabria alla Sicilia