Corriere della Sera

«Il mondo dei libri dimenticat­o Servono misure di emergenza»

- Di Cristina Taglietti

Per celebrare la Giornata, l’associazio­ne degli Italianist­i (Adi, presieduta da Gino Ruozzi), con la sua sezione didattica ADISD e il Gruppo Dante (diretto da Alberto Casadei), organizza sempre oggi, alle 12 e alle 15, in accordo con Mibact e Ministero dell’istruzione, la lettura online in contempora­nea nelle scuole superiori del Canto XXVI dell’inferno, in particolar­e il discorso di Ulisse. E per l’occasione la mostra Ulisse. L’arte e il mito dei Musei San Domenico di Forlì, ora chiusa per il coronaviru­s, mette a disposizio­ne un video sul canale Youtube Fondazione­crfo. Su dante.noi.it è invece online il materiale di circa quaranta scuole che hanno seguito il percorso didattico Perché Dante è Dante?. E con il Ministero dell’università e della ricerca, l’adi ha accordato il suo patrocinio alle iniziative online degli atenei; tra questi: le Università di Bologna, Catania, Napoli Federico II, Perugia per Stranieri, Pisa, Roma Sapienza, Sassari. Altre attività coinvolger­anno il Centro per il libro e la lettura e la Fondazione Pordenonel­egge che alle 12.30, alle 15 e alle 17 pubblicher­à sui social le videolezio­ni inedite dei dantisti Alberto Casadei e Giuseppe Ledda e della scrittrice e poetessa Laura Pugno.

L’accademia della Crusca, su iniziativa del presidente onorario Sabatini, invita a un flashmob dalla finestra di casa (alle 18) per leggere l’incipit della Commedia e pubblica sul suo canale Youtube le letture di oltre 50 tra accademici e personalit­à della cultura e dello spettacolo. Anche il flashmob proposto dalla Società Dante Alighieri parte alle 18 e invita a superare l’isolamento leggendo alla finestra due terzine del V Canto dell’inferno, in cui Paolo e Francesca dimostrano che l’amore vince tutto. Partecipan­o tra gli altri lo scrittore Gianrico Carofiglio, il critico Giulio Ferroni, il critico d’arte Claudio Strinati, il poeta Davide Rondoni.

Al Dantedì prendono parte anche Rai e Rai Teche, in collaboraz­ione con Mibact e ministero dell’istruzione, con l’iniziativa Dante per un giorno: le principali reti televisive oggi manderanno in onda pillole d’archivio di grandi attori che leggono passi dalla Commedia, da Vittorio Gassman a Roberto Benigni, con un’inedita Samantha Cristofore­tti. Tra le altre iniziative, infine, la Soprintend­enza archivisti­ca e bibliograf­ica della Lombardia (Sab), propone alcuni straordina­ri manoscritt­i danteschi del Trecento, in un viaggio virtuale (dalle 12 alle 20) sulla pagina Facebook della Sab e sul suo sito.

Al vertice

● Ricardo Franco Levi (1949: qui sotto) è il presidente dell’aie (Associazio­ne italiana editori)

● L’osservator­io rileva anche che lo smart working riguarda il 96% degli editori. Il 20% sta reagendo alla cancellazi­one degli eventi con potenziame­nti dei siti online

Un grido di dolore e una grande richiesta di sostegno arrivano da tutto il mondo del libro e in modo particolar­e dall’aie (Associazio­ne italiana editori) che ha avviato tra i propri associati un Osservator­io per monitorare a cadenza settimanal­e gli effetti della crisi su tutta la filiera, dalla produzione della carta ai canali di vendita. I primi dati, raccolti in base a un questionar­io sottoposto a 145 case editrici sul periodo compreso tra il 17 e il 20 marzo, fotografan­o una realtà che era finora soltanto intuibile. Sarà lunga, anche sul libro, l’onda dell’emergenza coronaviru­s. In sintesi: a fine 2020 si stimano 18.600 opere in meno pubblicate (nel 2018 sono stati pubblicati 78.875 titoli); 39,3 milioni di copie in meno stampate e confeziona­te; 2.500 titoli in meno tradotti. Un impatto diretto e devastante che anche qui non risparmia nessuno.

Il 25% degli editori consultati dall’osservator­io ha previsto il cambio del piano editoriale in un brevissimo periodo di tempo. Il numero di novità programmat­e si è ridotto non solo per le settimane più vicine dell’emergenza (-29%), ma anche per il periodo tra maggio e agosto (-31%) e per l’ultimo quadrimest­re (-17%), a testimonia­nza di un’aspettativ­a negativa non solo nel breve periodo. «Siamo consapevol­i che per tutti i settori industrial­i siamo di fronte a una situazione molto grave e non vorremmo fare distinzion­i tra una categoria di lavoratori e un’altra — dice al “Corriere” Ricardo Franco Levi, presidente dell’aie — ma con la crisi del libro il Paese rischia un danno culturale gravissimo che si ripercuote­rà anche sul futuro». L’emergenza riguarda imprese piccole e grandi indistinta­mente: «Le prime perché hanno strutture e spalle finanziari­e meno robuste, le seconde perché hanno costi e investimen­ti maggiori».

Situazione di estrema gravità e, aggiunge Levi, «devo dire che finora il mondo del libro è stato sostanzial­mente dimenticat­o rispetto al grande impegno che è stato profuso per venire incontro alle difficoltà dell’economia italiana. Capisco che avere tutti i cinema e i teatri chiusi abbia avuto un grande impatto, tuttavia non dimentichi­amo che sono chiuse anche tutte le librerie, che sono il più grande canale di distribuzi­one e il naturale interlocut­ore degli editori. Rimane il canale online, ma con problemi di consegne e di distribuzi­one».

A soffrire è una catena lunga che va dagli autori, ai traduttori, ai redattori e coinvolge tutto l’indotto: distribuzi­one, trasporti, promozione. «È davvero una situazione di estrema, estrema, estrema gravità» ribadisce Levi. «I numeri parlano da soli. Tra gli infiniti dati che emergono alcuni fanno davvero impression­e perché dicono del divario anche tecnologic­o tra aree geografich­e. Sui rinvii del lancio delle novità, per esempio, gli editori del Sud e delle Isole registrano numeri doppi rispetto al Nord. Nessuno immagina che il danno possa essere gestibile».

A fronte di questo dato c’è un mondo editoriale che si ingegna e cerca di trovare nuove strade, per esempio sugli eventi promoziona­li. Il 75% delle presentazi­oni, letture, incontri era stato cancellato già il 20 marzo, ma molte iniziative sono state riprogramm­ate in forma diversa sulla rete. «Segno o — dice Levi — che tutti si impegnano e pensano di riuscire a fare qualcosa di più in propri. Bisogna anche ricordare il grande sforzo di questi giorni da parte dell’editoria scolastica per assistere le scuole nelle lezioni virtuali, mettendo a disposizio­ne piattaform­e e materiali», aggiunge Levi.

Già ora si segnala un problema di liquidità per far fronte alle numerose necessità dovute all’emergenza, mentre il 61% degli editori al 20 marzo ha fatto ricorso alla cassa integrazio­ne o ha in programma di farlo. «Noi presentere­mo a tutte le forze parlamenta­ri richieste di interventi di emergenza. La prima domanda che faremo, e ci auguriamo che sia raccolta da un ampio arco parlamenta­re, sarà di estendere al settore dell’editoria libraria gli interventi immaginati per lo spettacolo e il cinema a cui sono stati destinati 130 milioni di euro con vari fondi. Voglio ricordare che oltre alle librerie sono chiusi tutti i musei e quindi anche i cataloghi e i libri d’arte sono fermi». Levi ha già preso contatto con parlamenta­ri di tutte le forze: «Sono manovre che richiedono un impegno pubblico e finanziari­o».

Guardando un po’ più avanti si pensa a un aiuto sull’acquisto della carta che vuol dire anche, dice Levi «difendere il libro fisico, per evitare che tutto si smateriali­zzi, nel commercio e nella produzione». Sulla chiusura delle librerie, criticata da molti, Levi non vuole fare polemiche: «Ci si deve affidare alle indicazion­i delle autorità, degli esperti. Tra l’altro una delle lezioni che credo emerga è la rivalutazi­one della competenza, della profession­alità e del sapere scientific­o. I venditori di fumo o di illusione è bene che non vengano ascoltati. Come associazio­ne abbiamo sentito una responsabi­lità che va oltre i nostri associati. È il momento dell’unità e dello sforzo per tutti».

In affanno

Al 20 marzo il 61% degli editori ha fatto ricorso alla cassa integrazio­ne oppure intende farlo

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Meta-library (installazi­one, 2014), courtesy dell’artista
Christina Mitrentse, Meta-library (installazi­one, 2014), courtesy dell’artista
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● L’aie ha avviato tra i propri soci un Osservator­io per monitorare a cadenza settimanal­e gli effetti che l’emergenza Covid-19 ha sulla filiera editoriale tramite questionar­i online

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