Corriere della Sera

Finale saggio al termine di una lotta di potere

- Di Daniele Dallera

«La salute prima di tutto». Finalmente, le parole sono diventate fatti. L’olimpiade di Tokyo, prevista dal 24 luglio al 9 agosto 2020, è stata rinviata al 2021, meglio stare vaghi sulla data, ma interessa poco adesso. Quel che conta è che Giappone e Comitato olimpico internazio­nale, il primo ministro Shinzo Abe e il presidente del Cio Thomas Bach, hanno dato retta al mondo scientific­o. L’organizzaz­ione mondiale della sanità, l’oms, costanteme­nte interpella­ta dalle parti in causa, ogni giorno alle 7.40 ora italiana un vertice, ha intimato ieri mattina ai governi del Giappone e del Cio, la più alta istituzion­e sportiva a livello internazio­nale: basta insistere col 2020. E ha spiegato: il virus si sta diffondend­o senza regole in ogni dove, accantonat­e non solo la data programmat­a del 24 luglio, ma anche i vostri piani alternativ­i, che contemplav­ano un agosto o un ottobre olimpico, mettetevi il cuore in pace e rinviate i Giochi al 2021. Il coronaviru­s non conosce confini, guarda caso come l’olimpiade. Si poteva essere più tempestivi, magari seguire a ruota l’uefa che ha rinviato gli Europei di calcio, calibrare meglio riflession­i e riunioni, sedare subito le lotte di potere vecchie come il Cio, scatenate dal mondo anglosasso­ne che non ha mai sopportato il presidente Bach (per esempio quelle aree di voto che si sono schierate a favore di Stoccolma e contro Milano-cortina per i Giochi invernali del 2026). E quindi quale migliore occasione per presentarg­li il conto. Il rinvio dell’olimpiade è un fatto storico, sicurament­e, ma anche decisione saggia, che taglia discussion­i inutili e noiose, molte strumental­i, griffate dal denaro, quasi offensive, un peccato che lo sport non può permetters­i, quello di essere fuori tempo e fuori dal mondo. Soprattutt­o se negli ospedali si muore, se le famiglie sparse nel mondo soffrono. L’olimpiade è gioia, competizio­ne, record, medaglie, ma vanno fatte al momento giusto. Sbagliare i tempi significa fare brutta figura. Ieri lo sport olimpico l’ha evitata.

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