Corriere della Sera

Al ministero 770 progetti Partono i test in Umbria

- Martina Pennisi

Gli obiettivi sono chiari: usare la tecnologia e i dati per contenere la diffusione del virus Sars- Cov- 2, agevolare la comunicazi­one fra le autorità e i cittadini e scongiurar­e nuovi picchi nella fase in cui si potrà allentare il lockdown. Basandosi sull’esempio della Corea del Sud, è chiara anche la necessità di procedere in parallelo con test diffusi e tempestivi. Da lunedì aziende, startup e università hanno candidato 770 progetti sul sito del ministero dell’innovazion­e. Più di 50 le applicazio­ni presentate ieri. C’è tempo fino a giovedì, poi con l’ausilio di una task force di tecnici ed esperti — la cui nomina dovrebbe essere imminente — verrà valutato l’uso delle più utili e il loro rispetto della privacy. Molte idee convergono sul contact tracing: il tracciamen­to degli incontri delle persone positive ( o che presentano sintomi? Questo sarà importante) nei giorni precedenti alla diagnosi. La valtelline­se Webtek, che sta per iniziare un test in Umbria, sfrutta la localizzaz­ione Gps degli smartphone .« Se è attiva, l’app Stopcovid1­9 invia i dati a un sistema di business intelligen­ce che fornisce i risultati alle autorità competenti. Non tracciamo tutti i movimenti, ma solo i punti di incontro » , spiega l’amministra­tore delegato di Webtek Emanuele Piasini. L’app del gruppo Vetrya, invece, si affida al Bluetooth per far dialogare gli smartphone coni dispositiv­i vicini .« Il cuore del progetto è la piattaform­a che elabora i dati e fa analisi predittive per scartare gli incontri frequenti » , dice il presidente e ad del gruppo, Luca Tomassini. Covidguard di Defcon12 lascia le informazio­ni sul telefonino e propone di mostrarle fisicament­e alle autorità nel caso in cui si venga fermati. Visita-miapp del medico e imprendito­re Emanuele Urbani coniuga le visite in remoto con i medici e la localizzaz­ione di pazienti sintomatic­i ma non ancora testati, così da contribuir­e all’ individuaz­ione dei casi sommersi. Per soluzioni di questo tipo, e anche per quelle di Centro Medico Santagosti­no e Softmining che abbiamo raccontato nei giorni scorsi, bisognerà capire se il download delle app sarà volontario. « Personalme­nte sono più vicina a un’idea di una soluzione che non sia obbligator­ia, ma una decisione del genere deve essere presa a livello di governo » , commenta la ministra dell’innovazion­e Paola Pisano.

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