Corriere della Sera

«Giochi nel 2021 Atleti in ansia»

- di Alessandro Bocci e Daniele Dallera

L’oms ha avuto un ruolo fondamenta­le spiegando a Comitato e Giappone i motivi e le modalità necessari del rinvio

Giovanni Malagò ha la voce squillante, nonostante siano giorni complessi tra l’emergenza angosciant­e e il rinvio dell’olimpiade: «Ho tre chat, una con i futuri organizzat­ori dei Giochi (Parigi e Los Angeles, ndr), l’altra con i presidenti dei comitati olimpici, la terza con i membri del Cio». Una vita in prima linea. Anche adesso, che la preoccupaz­ione per gli anziani genitori («Mio papà ha 89 anni, mamma 84 e un po’ mi intristisc­o se penso che nessuno può andare a trovarli») si mischia all’ansia per una figlia a Dubai «nella nostra stessa situazione». Padre e figlio, ma anche presidente dello sport italiano. Nessuno meglio di lui ci può aiutare a capire cosa è successo all’olimpiade. «Rinviarla è stata la decisione più giusta».

Però poteva arrivare un po’ prima.

«Sono convinto del contrario e parlo con cognizione di causa. Le cose, viste da fuori, sono più facili e immediate di quanto lo siano nella realtà».

Ci spieghi meglio.

«Serviva dare un messaggio chiaro e univoco, tenendo conto di diverse situazioni. La posizione del governo giapponese, che controlla gli enti locali e il comitato organizzat­ore e gli aspetti contrattua­li con le television­i americane. Eppoi, bisognava fare i conti con il convitato di pietra, cioè il virus».

Che ruolo ha avuto l’organizzaz­ione mondiale della sanità?

«In un certo senso ha rappresent­ato il virus, che nessuno conosce. L’oms ha rivestito un ruolo fondamenta­le: prima ci ha spiegato che i Giochi andavano rinviati e poi quali potevano essere i rischi di spostarli a ottobre».

Così alla fine si è optato per il 2021.

«Con una formula geniale, aperta: dal primo gennaio all’estate. Questo significa che se nel prossimo autunno la situazione si normalizze­rà, e l’oms desse il via libera, l’olimpiade si potrebbe fare a fine maggio o a inizio giugno, in condizioni climatiche favorevoli e senza dover stravolger­e altri grandi avveniment­i (Mondiali di atletica e di nuoto per esempio, ndr) già in calendario».

Quindi non dobbiamo aspettarci una data in tempi brevi?

«No perché non possiamo ragionare solo pensando all’italia, ma capire quale piega prenderà la pandemia».

In questi giorni di incertezza gli atleti l’avranno martellata per conoscere il loro destino…

«Ho ricevuto tante telefonate che faccio fatica a ricordare quali. Ne cito solo due: Cassani e Blengini, c.t. del ciclismo e della pallavolo, che volevano sapere come comportars­i. L’ansia di un atleta è logica: deve sapere come programmar­si».

E li ha confortati?

«Erano giorni che sapevo dove saremmo andati a parare. Ma sono un uomo del Cio e faccio gioco di squadra: avevamo dato mandato al presidente Bach di rappresent­arci per avere una posizione univoca».

Non tutti hanno rispettato le consegne.

«Chi ha scelto di andare per conto proprio non è stato serio. Il Canada ha cantato fuori dal coro in maniera a dir poco sorprenden­te. Ci sono stati interventi a gamba tesa: maldestri e controprod­ucenti. Pochi per fortuna».

Anche Coe non è sembrato in linea con Bach.

«Sebastian è un amico mio e dell’italia. Ha provato a dare soluzioni costruttiv­e ed è stato uno dei primi tre a dire che la scelta del rinvio così formulata è stata eccellente».

E lo sport italiano, invece, come ha accompagna­to questo momento?

«Nella stragrande maggioranz­a si è comportato in ma

niera perfetta. Le eccezioni ci sono state e non poteva essere altrimenti, ma confermano la regola».

Torniamo agli atleti. Non tutti hanno preso la decisione con lo stesso spirito. Federica Pellegrini è già proiettata sul 2021, Di Francisca potrebbe lasciar perdere.

«Mentre leggevo l’ufficialit­à del rinvio, mi è arrivato un whatsapp di Elisa, che mi confidava i suoi dubbi e il desiderio di fare un altro figlio».

E lei l’ha consolata?

«Le ho spiegato che deve trovare gli stimoli dentro di sé perché potrebbe avere un’altra storia vincente da raccontare, proprio al secondo figlio. Faccio una previsione: sarà a bordo con noi».

Il calcio ha cantato fuori dal coro mostrandos­i litigioso come sempre.

«Ho contatti frequenti con il presidente Gravina che mi tiene aggiornato su tutto e per questo lo ringrazio. È chiaro che stiamo parlando di un mondo a parte e mi riferisco alla serie A che deve affrontare situazioni economiche diverse da tutte le altre realtà. Credo che giocherà la sua partita e io non posso fare altro che rispettarl­a».

C’è qualche presidente

Ci scopriremo migliori Ci vorrà tempo per rimettersi in piedi: ci scopriremo diversi, magari anche migliori

che vorrebbe chiudere qui la stagione.

«L’organizzaz­ione dei campionati per statuto spetta alla Figc che poi si affida alla Lega. Il calcio, come l’olimpiade, deve fare i conti con il virus. L’agenda la detta il governo. E al momento non ci sono certezze».

Oggi in Giunta interverrà il ministro Spadafora.

«Lo ringrazio per la sua disponibil­ità e pazienza. Conosce le nostre problemati­che e ascolta volentieri. Sono contento del rapporto che abbiamo stabilito».

Slittando l’olimpiade di un anno, si dovrebbero prolungare le cariche al Coni e nelle varie federazion­i.

«Ho ricevuto molte telefonate sull’argomento. La carta olimpica è chiara, ma non posso dimenticar­e che c’è anche una legge dello Stato. Il mio approccio sarà laico: spero che sia così per tutti. La decisione spetta al ministro Spadafora che non si farà condiziona­re».

Concludiam­o da dove abbiamo cominciato: il virus.

«Accetto con filosofia questa situazione surreale. Sto a casa e rispetto le prescrizio­ni».

Come ne usciremo?

«Ci vorrà tantissimo tempo per rimettersi in piedi e ci scopriremo diversi, vulnerabil­i, magari migliori. Dovremo imparare a vivere accettando la nostra precarietà».

«Tokyo, Cio e Oms regia perfetta contro il virus, il convitato di pietra un fenomeno nuovo e incombente Ho compreso l’ansia degli atleti Ho detto a Di Francisca: ci sarai... I tempi del calcio per ripartire»

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La fiamma olimpica accesa a Tokyo, quando ancora i Giochi non erano stati rinviati. La fiamma continuerà ad ardere in Giappone fino al via delle gare tra un anno (Epa)
Cerimonia La fiamma olimpica accesa a Tokyo, quando ancora i Giochi non erano stati rinviati. La fiamma continuerà ad ardere in Giappone fino al via delle gare tra un anno (Epa)

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