«Giochi nel 2021 Atleti in ansia»
L’oms ha avuto un ruolo fondamentale spiegando a Comitato e Giappone i motivi e le modalità necessari del rinvio
Giovanni Malagò ha la voce squillante, nonostante siano giorni complessi tra l’emergenza angosciante e il rinvio dell’olimpiade: «Ho tre chat, una con i futuri organizzatori dei Giochi (Parigi e Los Angeles, ndr), l’altra con i presidenti dei comitati olimpici, la terza con i membri del Cio». Una vita in prima linea. Anche adesso, che la preoccupazione per gli anziani genitori («Mio papà ha 89 anni, mamma 84 e un po’ mi intristisco se penso che nessuno può andare a trovarli») si mischia all’ansia per una figlia a Dubai «nella nostra stessa situazione». Padre e figlio, ma anche presidente dello sport italiano. Nessuno meglio di lui ci può aiutare a capire cosa è successo all’olimpiade. «Rinviarla è stata la decisione più giusta».
Però poteva arrivare un po’ prima.
«Sono convinto del contrario e parlo con cognizione di causa. Le cose, viste da fuori, sono più facili e immediate di quanto lo siano nella realtà».
Ci spieghi meglio.
«Serviva dare un messaggio chiaro e univoco, tenendo conto di diverse situazioni. La posizione del governo giapponese, che controlla gli enti locali e il comitato organizzatore e gli aspetti contrattuali con le televisioni americane. Eppoi, bisognava fare i conti con il convitato di pietra, cioè il virus».
Che ruolo ha avuto l’organizzazione mondiale della sanità?
«In un certo senso ha rappresentato il virus, che nessuno conosce. L’oms ha rivestito un ruolo fondamentale: prima ci ha spiegato che i Giochi andavano rinviati e poi quali potevano essere i rischi di spostarli a ottobre».
Così alla fine si è optato per il 2021.
«Con una formula geniale, aperta: dal primo gennaio all’estate. Questo significa che se nel prossimo autunno la situazione si normalizzerà, e l’oms desse il via libera, l’olimpiade si potrebbe fare a fine maggio o a inizio giugno, in condizioni climatiche favorevoli e senza dover stravolgere altri grandi avvenimenti (Mondiali di atletica e di nuoto per esempio, ndr) già in calendario».
Quindi non dobbiamo aspettarci una data in tempi brevi?
«No perché non possiamo ragionare solo pensando all’italia, ma capire quale piega prenderà la pandemia».
In questi giorni di incertezza gli atleti l’avranno martellata per conoscere il loro destino…
«Ho ricevuto tante telefonate che faccio fatica a ricordare quali. Ne cito solo due: Cassani e Blengini, c.t. del ciclismo e della pallavolo, che volevano sapere come comportarsi. L’ansia di un atleta è logica: deve sapere come programmarsi».
E li ha confortati?
«Erano giorni che sapevo dove saremmo andati a parare. Ma sono un uomo del Cio e faccio gioco di squadra: avevamo dato mandato al presidente Bach di rappresentarci per avere una posizione univoca».
Non tutti hanno rispettato le consegne.
«Chi ha scelto di andare per conto proprio non è stato serio. Il Canada ha cantato fuori dal coro in maniera a dir poco sorprendente. Ci sono stati interventi a gamba tesa: maldestri e controproducenti. Pochi per fortuna».
Anche Coe non è sembrato in linea con Bach.
«Sebastian è un amico mio e dell’italia. Ha provato a dare soluzioni costruttive ed è stato uno dei primi tre a dire che la scelta del rinvio così formulata è stata eccellente».
E lo sport italiano, invece, come ha accompagnato questo momento?
«Nella stragrande maggioranza si è comportato in ma
niera perfetta. Le eccezioni ci sono state e non poteva essere altrimenti, ma confermano la regola».
Torniamo agli atleti. Non tutti hanno preso la decisione con lo stesso spirito. Federica Pellegrini è già proiettata sul 2021, Di Francisca potrebbe lasciar perdere.
«Mentre leggevo l’ufficialità del rinvio, mi è arrivato un whatsapp di Elisa, che mi confidava i suoi dubbi e il desiderio di fare un altro figlio».
E lei l’ha consolata?
«Le ho spiegato che deve trovare gli stimoli dentro di sé perché potrebbe avere un’altra storia vincente da raccontare, proprio al secondo figlio. Faccio una previsione: sarà a bordo con noi».
Il calcio ha cantato fuori dal coro mostrandosi litigioso come sempre.
«Ho contatti frequenti con il presidente Gravina che mi tiene aggiornato su tutto e per questo lo ringrazio. È chiaro che stiamo parlando di un mondo a parte e mi riferisco alla serie A che deve affrontare situazioni economiche diverse da tutte le altre realtà. Credo che giocherà la sua partita e io non posso fare altro che rispettarla».
C’è qualche presidente
Ci scopriremo migliori Ci vorrà tempo per rimettersi in piedi: ci scopriremo diversi, magari anche migliori
che vorrebbe chiudere qui la stagione.
«L’organizzazione dei campionati per statuto spetta alla Figc che poi si affida alla Lega. Il calcio, come l’olimpiade, deve fare i conti con il virus. L’agenda la detta il governo. E al momento non ci sono certezze».
Oggi in Giunta interverrà il ministro Spadafora.
«Lo ringrazio per la sua disponibilità e pazienza. Conosce le nostre problematiche e ascolta volentieri. Sono contento del rapporto che abbiamo stabilito».
Slittando l’olimpiade di un anno, si dovrebbero prolungare le cariche al Coni e nelle varie federazioni.
«Ho ricevuto molte telefonate sull’argomento. La carta olimpica è chiara, ma non posso dimenticare che c’è anche una legge dello Stato. Il mio approccio sarà laico: spero che sia così per tutti. La decisione spetta al ministro Spadafora che non si farà condizionare».
Concludiamo da dove abbiamo cominciato: il virus.
«Accetto con filosofia questa situazione surreale. Sto a casa e rispetto le prescrizioni».
Come ne usciremo?
«Ci vorrà tantissimo tempo per rimettersi in piedi e ci scopriremo diversi, vulnerabili, magari migliori. Dovremo imparare a vivere accettando la nostra precarietà».
«Tokyo, Cio e Oms regia perfetta contro il virus, il convitato di pietra un fenomeno nuovo e incombente Ho compreso l’ansia degli atleti Ho detto a Di Francisca: ci sarai... I tempi del calcio per ripartire»