Cosa devo fare se ho febbre e tosse? Ecco le risposte dei medici di base
solo in ospedale. Si tratta essenzialmente del remdesivir (anti Ebola), prescritto solo per uso compassionevole, e della combinazione in dose fissa di lopinavir-ritonavir, un antiretrovirale approvato contro l’hiv. I medici di base hanno chiesto di poterli prescrivere per evitare che i pazienti vadano in ospedale, ma al momento non è possibile.
È vero che il mio medico non può eseguire i tamponi?
Assolutamente sì. I tamponi vengono eseguiti da personale sanitario solo in fase di ricovero su pazienti gravemente sintomatici.
I medici forniscono ai pazienti i dispositivi di protezione, come guanti e mascherine?
No, non è così. Gli stessi medici di famiglia hanno serie difficoltà a procurarsi queste protezioni che vengono fornite dalle Ats di riferimento con il contagocce .
Ma chi controlla se sto migliorando o peggiorando?
È il medico di famiglia ad occuparsi, quasi sempre telefonicamente, di come sta evolvendo la malattia. Il paziente ha il compito di tenere monitorati tre parametri: frequenza del respiro, pressione arteriosa, saturazione dell’ossigeno nel sangue. Per il primo basta
I farmaci Normalmente sono prescritti antipiretici La terapia antibiotica? Solo per sovrainfezioni
meglio consultarci».
A Bergamo sono già operative le Unità speciali di continuità assistenziale, in sei sedi territoriali. Sono composte da due o tre medici, soprattutto giovani e con esperienze di guardia notturna, e ricevono segnalazioni su possibili casi sospetti dai colleghi di medicina generale: le Usca escono con tute bianche, mascherine e occhiali, entrano nelle case per valutare le condizioni dei pazienti e decidono chi indirizzare al 112. «È un servizio appena avviato che sta funzionando — commenta Mirco Tassinari, medico di base in centro città, contagiato anche lui, e segretario provinciale della Fimmg, la Federazione sindacale —. L’obiettivo è concentrare su unità specifiche la cura dei potenziali casi Covid, per tentare di limitare un’emergenza che sta diventando una carneficina».
In servizio nelle Usca è appena entrato Andrea Rossi, 31 anni. La sua base è l’ambulatorio di Albino, in Val Seriana, una delle zone più colpite: «Non avrei mai immaginato un’infezione così capillare. Già durante il mio primo turno mi è capitato di assistere due pazienti gravi. In momenti concitati dobbiamo essere in grado di valutare al meglio ogni sintomo».