«Autonomi, legati al reddito i 600 euro»
I600 euro che il decreto Cura Italia dispone per i «lavoratori indipendenti», se verranno confermati nel decreto di aprile (come annunciato dal ministro dell’economia, Roberto Gualtieri), non andrebbero dati a tutti. Il bonus dovrebbe invece essere legato «al venir meno delle occasioni di lavoro e di reddito per territorio e settore d’attività, tenendo conto dell’imponibile fiscale negli anni precedenti». Lo suggerisce la Banca d’italia nella memoria inviata ieri alla commissione Bilancio del Senato. L’istituto guidato da Ignazio Visco, pur ritenendo i 25 miliardi stanziati dal governo adeguati in questa prima fase, chiede di potenziare la Naspi, cioè l’indennità di disoccupazione, per i lavoratori a termine, che «avranno ridotte possibilità di rimanere occupati». Nel testo si dice anche che «l’ambito di applicazione della norma che prevede il blocco dei
L’indennità
Per Palazzo Koch serve potenziare l’indennità di disoccupazione
licenziamenti non è chiaramente definito e pare includere anche i rapporti di lavoro domestico». Sui sostegni alle famiglie Bankitalia dice che la spesa effettiva per congedi, bonus baby sitter, e permessi ex legge 104, «potrebbe risultare superiore alle stime».
Elementi utili arrivano anche dal testo inviato dall’istat. Nonostante il lockdown, le imprese ancora in attività «sono poco meno di 2,3 milioni su 4,5 milioni, generano circa due terzi del valore aggiunto complessivo e il 53,1% delle esportazioni». Inoltre, dei 23,4 milioni di occupati «circa i due terzi (il 66%) è occupato in uno dei settori di attività economica ancora attivi, per un totale di 15 milioni 434 mila occupati e il restante 34%, (7 milioni 926 mila occupati) in uno dei settori dichiarati sospesi dal decreto». Faranno discutere i dati sulla sanità: dal 2010 al 2017 il personale è diminuito di 42.861 unità (-6,7%). I medici del 5,9%, il numero di posti letto«in media dell’1,8%», continuando il trend partito negli anni Novanta.