Corriere della Sera

«Qui mancano uomini e mezzi Io costretta a decidere rischiamo di non reggere»

La governatri­ce Santelli: «La sanità viene da 10 anni di commissari­amento. Non possiamo permetterc­i che esploda l’epidemia, non potremmo affrontarl­a»

- Paola Di Caro

è sottoposta ad un piano di rientro, ha carenze di strutture e personale. Non possiamo sbagliare. Per questo cerco di seguire i modelli giusti».

E sarebbero?

«Il Veneto, che ha avuto un approccio territoria­le stretto, meno la Lombardia, dove il contagio si è diffuso anche attraverso gli ospedali. Per questo ho cercato di chiudere ogni possibile fonte di contagio. E subito le scuole. Sbagliavo? Non mi pare: mi fecero ritirare l’ordinanza, ma 5 giorni dopo Conte, guarda caso, lo ha deciso per tutta Italia…».

Ma lei fa tutto senza confrontar­si?

«Devo farlo. Tre giorni sul territorio possono essere vitali per chi come noi fa i salti mortali per attrezzare gli ospedali, ma sta ancora aspettando i macchinari da Roma. Noi governator­i siamo stati costretti a muoverci. La notte del primo decreto che “chiudeva” il Nord, ha portato 25.000 persone qui, tutti possibili contagi per noi insostenib­ili. Lo capisce il governo che i tentenname­nti hanno effetti a catena?».

Ce l’ha con tutti?

«No, con alcuni il rapporto è ottimo. Con il ministro Speranza, con il ministro Lamorgese: con lei siamo riusciti in gran parte a risolvere l’emergenza a Villa San Giovanni, dove molte persone erano bloccate. Semmai andrebbe più coinvolto il ministero dell’interno, che ha i prefetti sul

 Ho chiuso le scuole prima degli altri. Mi fecero ritirare l’ordinanza, ma 5 giorni dopo il premier, guarda caso, lo ha deciso per tutta Italia

Governatri­ce Jole Santelli, 51 anni, presidente della Regione Calabria dal 15 febbraio e deputata di Forza Italia

territorio, che può gestire la polizia. E servirebbe anche l’uso dell’esercito».

E la Calabria «chiusa»?

«Quando sabato notte Conte ha annunciato che avrebbero chiuso le fabbriche, ho avuto una crisi isterica: ho fatto un’ordinanza all’una e mezza, alle 7 ho chiamato i colleghi Bardi (Basilicata) e Emiliano (Puglia), il rischio era massimo. Non si poteva aspettare. Sia chiaro: voglio che qui arrivino mascherine, tute, dispositiv­i sanitari, non mi importa se un collega è del Pd o di FI, non esistono alleanze, solo esigenze. Uguali per tutti, e noi governator­i lo sappiamo».

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