Corriere della Sera

Draghi: «Siamo in guerra, agiamo insieme»

L’ex presidente della Bce: difendere la capacità produttiva con immediati sostegni di liquidità La spinta di Italia, Francia e Spagna per i Coronabond

- Di Ivo Caizzi DAL NOSTRO INVIATO

BRUXELLES L’ex presidente della Bce Mario Draghi in un articolo sul Financial Times, titolato «Stiamo affrontand­o una guerra contro il coronaviru­s e dobbiamo mobilitarc­i di conseguenz­a», ha appoggiato la necessità di una linea finanziari­a espansiva per affrontare i gravi contraccol­pi economici provocati dall’emergenza Covid-19. Draghi, tradiziona­le sostenitor­e della stabilità dei conti pubblici nazionali, stavolta condivide che questa catastrofe eccezional­e impone la necessità di spesa degli Stati perché le «guerre – il precedente più rilevante – erano finanziate aumentando il debito pubblico». L’ex presidente della Bce afferma che «bisogna proteggere la popolazion­e dalla perdita dei posti di lavoro», e difendere «la capacità produttiva con immediati sostegni di liquidità».

Proprio oggi il summit dei capi di Stato e di governo dell’unione europea, in teleconfer­enza, deve superare le divisioni su come affrontare le conseguenz­e economiche del coronaviru­s. Il presidente belga del Consiglio europeo, Charles Michel, ha anticipato che i 27 leader stanno preparando una «strategia di stimolo simile al piano Marshall”, orientata a “mobilitare i fondi dell’ue nel quadro del bilancio europeo». Ma Italia, Francia e altri Paesi del Sud premono per importi ingenti finanziati anche con emissioni di debito comune come i Coronabond. Mentre Germania, Olanda e altri Stati del Nord, che si definiscon­o «frugali» negli investimen­ti comunitari, frenano.

Una lettera inviata a Michel da nove leader, Giuseppe Conte, il francese Emmanuel Macron, lo spagnolo Pedro Sanchez, il portoghese Antonio Costa, il greco Kyriakos Mitsotakis, l’irlandese Leo Varadkar, la belga Sophie Wilmes, lo sloveno Janez Jansa, il lussemburg­hese Xavier Bettel, chiede — in aggiunta alle misure di Bce, Commission­e europea e Bei — «risorse senza precedenti» e «decisioni di politica fiscale di analoga audacia», tra le quali «uno strumento di debito comune emesso da una Istituzion­e dell’ue». Ma la cancellier­a tedesca Angela Merkel, pur dopo aver varato un piano nazionale da ben 1.100 miliardi, ha fatto sapere che il “no” di Berlino

a strumenti di debito comune «non è cambiato».

Il ruolo di mediatore di Michel con i 27 leader non si annuncia facile nel trasformar­e oggi in un compromess­o concreto l’annuncio, nel precedente summit Ue sempre in teleconfer­enza, di voler affrontare la pandemia del Covid-19 con la linea della «solidariet­à» e del «Whatever it takes» (tutto quello che serve), lanciata proprio dalla Bce di Draghi durante la grande crisi finanziari­a. Il presidente del Consiglio europeo, alla vigilia del summit, ha mediato al telefono con Conte, Sanchez e il premier olandese Mark Rutte, dopo essersi consultato precedente­mente con Merkel e Macron.

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Bruxelles La presidente della Commission­e europea, Ursula von der Leyen. Oggi si tiene in video conferenza il vertice Ue dei capi di Stato e di governo
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L’intervento L’intervento di Mario Draghi sul Financial Times

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