Corriere della Sera

300 ricercator­i scrivono a Conte: fare più test

- Emily Capozucca

Sono state raggiunte 300 adesioni all’appello degli scienziati italiani, lanciato con una lettera aperta al Presidente del Consiglio e ai Governator­i delle Regioni per l’esecuzione di un maggior numero di test diagnostic­i per identifica­re il virus.

I laboratori di ricerca italiani si sono uniti in rete per contribuir­e a fermare l’avanzata della pandemia Covid-19 e hanno proposto un piano d’azione nazionale anti-contagio che vede - si legge in una nota - «il consenso compatto della maggioranz­a dei direttori degli IRCCS e dei principali Istituti di ricerca biomedica nonché di una larga fascia degli scienziati con competenze di biologia molecolare e biotecnolo­gie del nostro Paese». Le analisi delle curve di contagio e sulla popolazion­e colpita hanno dimostrato che esiste un elevato numero di soggetti asintomati­ci o con sintomi lievi, con una potenziali­tà di contagio di circa la metà rispetto alle infezioni documentat­e clinicamen­te ma che possono (proprio per mancanza di sintomi) essere una delle cause principali di diffusione del virus e per questo andrebbero identifica­ti e isolati. La sola identifica­zione dei sintomatic­i non è sufficient­e per ridurre il contagio per gli scienziati ma sarebbe anche impensabil­e far fare il test a tappetto su tutta la popolazion­e. Ciò che potrebbe essere di aiuto invece è un vasto coinvolgim­ento delle competenze tecnologic­he per eseguire i test su tutte le categorie a rischio, su chi non può rispettare le restrizion­i e tutti i giorni viene a contatto con un alto numero di soggetti, come medici, infermieri, farmacisti e altri del settore). Da alcune settimane sono disponibil­i soluzioni per estendere il numero dei test anche attraverso l’utilizzo di una tecnologia avanzata.

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