300 ricercatori scrivono a Conte: fare più test
Sono state raggiunte 300 adesioni all’appello degli scienziati italiani, lanciato con una lettera aperta al Presidente del Consiglio e ai Governatori delle Regioni per l’esecuzione di un maggior numero di test diagnostici per identificare il virus.
I laboratori di ricerca italiani si sono uniti in rete per contribuire a fermare l’avanzata della pandemia Covid-19 e hanno proposto un piano d’azione nazionale anti-contagio che vede - si legge in una nota - «il consenso compatto della maggioranza dei direttori degli IRCCS e dei principali Istituti di ricerca biomedica nonché di una larga fascia degli scienziati con competenze di biologia molecolare e biotecnologie del nostro Paese». Le analisi delle curve di contagio e sulla popolazione colpita hanno dimostrato che esiste un elevato numero di soggetti asintomatici o con sintomi lievi, con una potenzialità di contagio di circa la metà rispetto alle infezioni documentate clinicamente ma che possono (proprio per mancanza di sintomi) essere una delle cause principali di diffusione del virus e per questo andrebbero identificati e isolati. La sola identificazione dei sintomatici non è sufficiente per ridurre il contagio per gli scienziati ma sarebbe anche impensabile far fare il test a tappetto su tutta la popolazione. Ciò che potrebbe essere di aiuto invece è un vasto coinvolgimento delle competenze tecnologiche per eseguire i test su tutte le categorie a rischio, su chi non può rispettare le restrizioni e tutti i giorni viene a contatto con un alto numero di soggetti, come medici, infermieri, farmacisti e altri del settore). Da alcune settimane sono disponibili soluzioni per estendere il numero dei test anche attraverso l’utilizzo di una tecnologia avanzata.