Corriere della Sera

Attacco islamista al tempio sikh di Kabul: uccisi 25 fedeli

Rivendicat­o da un gruppo affiliato all’isis. Nuova sfida dopo la visita (fallita) dell’inviato Usa Pompeo

- Marta Serafini

La guerra e il terrore in Afghanista­n non si fermano nemmeno di fronte alla pandemia di Covid-19. Alle 7.45 circa di ieri mattina, un uomo armato di granate e fucile automatico ha fatto irruzione in un Gurudwara, un tempio sikh, pieno di fedeli a Kabul. Ne è scaturita una guerra con le forze afghane, finita con almeno 25 vittime, tra cui un bambino, 8 feriti e 80 persone tratte in salvo, con scene di panico che hanno mostrato ragazzini in fuga scalzi e in lacrime. Durante il fuoco all’interno del tempio si trovavano almeno 200 persone.

L’attentato è stato rivendicat­o dall’affiliato afghano delcui l’isis, riferisce il sito di intelligen­ce Site: l’attentator­e viene identifica­to come Abu Khalid al-hindi, un uomo di nazionalit­à indiana che si sarebbe vendicato per le condizioni in si ritrovano a vivere i musulmani nel Kashmir.

L’attacco arriva a poche ore del viaggio a sorpresa a Kabul del segretario di Stato Usa Mike Pompeo e dall’annuncio di tagli agli aiuti statuniten­si per un miliardo di dollari. Dopo aver incontrato il presidente Ashraf Ghani e il rivale Abdullah Abdullah, Pompeo si è detto deluso dall’incapacità dei leader afghani di trovare un’intesa di coalizione. Meno di un mese fa, gli Stati Uniti hanno firmato un accordo di pace con i talebani a Doha, in Qatar. Washington ha accettato di ritirare entro 14 mesi tutte le forze militari, nonché quelle alleate della coalizione internazio­nale. Il governo afghano invece dovrebbe rilasciare 5.000 prigionier­i talebani in cambio di 1.000 soldati ostaggio dei talebani. Una pace non gradita all’isis, impegnata da almeno 4 anni a destabiliz­zare il Paese.

All’inizio del mese l’islamic State of Iraq and the Levant – Khorasan Province ha attaccato un raduno di sciiti nella capitale, uccidendo 32 persone. Ieri invece nel mirino sono finiti i sikh già oggetto di una diffusa discrimina­zione nel Paese musulmano conservato­re e da sempre presi di mira dagli estremisti islamici. Sotto la dominazion­e talebana alla fine degli anni ‘90, veniva chiesto loro di identifica­rsi indossando fasce gialle, molti si sono rifugiati all’estero. Nel luglio 2018, un convoglio di sikh e indù è stato attaccato da un kamikaze dell’isis prima di un incontro con il presidente afghano Ashraf Ghani a Jalalabad: 19 i morti.

Un solo attentator­e Identifica­to in un indiano: una vendetta per i musulmani maltrattat­i in Kashmir

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Dopo il fuoco Ispezione al tempio sikh di Kabul attaccato ieri durante un raduno di fedeli

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