Corriere della Sera

Donne e violenze, meno denunce Ma la piaga non si è arrestata

Crollano le segnalazio­ni: una situazione nuova che può nascondere realtà difficili

- di Cristiana Capotondi

Il lockdown del nostro Paese per la lotta al Covid-19 ha completame­nte alterato gli equilibri della nostra vita, questo è chiaro in senso sociale ma ha risvolti diversi quando si pensa alla vita semplice di ognuno di noi.

Per tanti fortunati la famiglia è un rifugio sicuro e uno stimolo per la propria realizzazi­one, ma per altri la famiglia può essere un luogo di frustrazio­ne e prevaricaz­ione in cui le dinamiche sfociano in violenza domestica. Una delle manifestaz­ioni più drammatich­e di questa violenza è ciò che quotidiana­mente leggiamo sui giornali: il femminicid­io.

Grazie ad alcuni dei personaggi che ho scelto di interpreta­re negli ultimi anni ho avuto modo di conoscere questa realtà. Penso a Io ci sono, film sull’aggression­e all’allora avvocatess­a di Urbino Lucia Annibali o alla storia di Nina in Nome di donna di Marco Tullio Giordana o all’ispettrice di polizia Eva Cantini che indaga su un caso di femminicid­io nella serie Bella da morire, in onda in questi giorni sui Rai Uno.

Oggi però stiamo vivendo una condizione particolar­e in cui le coppie sono costrette ad una prossimità mai sperimenta­ta prima e in totale assenza dello sbocco rappresent­ato dalle relazioni sociali esterne alla famiglia. Già perché questo virus è paradossal­e: ci allontana dal mondo esterno ma ci costringe ad una vicinanza per lo più mai provata con il nucleo familiare.

La relazione di coppia, in condizioni di normalità, si basa su meccanismi molto sofisticat­i che oggi sono stati di colpo terribilme­nte semplifica­ti dall’improvvisa mancanza di tutte le altre interazion­i sociali.

Se in certe famiglie questa semplifica­zione coatta porterà a una maggiore armonia e fors’anche a un nuovo boom demografic­o, in molti altri casi, la pressione rappresent­ata da questa condizione imprevista determina l’esplosione di tensioni latenti.

Fuori da ogni retorica, convivere in pochi metri quadri, senza la possibilit­à di uscire di casa significa dare corso a dinamiche del tutto inesplorat­e, tanto nei film quanto nella vita reale.

Un dato può esserci utile per analizzare la situazione attuale: sono drasticame­nte diminuite le chiamate di denuncia ai centri antiviolen­za.

Sarebbe un errore pensare che in questi giorni la piaga sociale del femminicid­io si sia arrestata, la verità è che in alcune famiglie c’è un clima di terrore tale da impedire a molte donne di denunciare. In tutto questo non basta rilanciare l’appello all’utilizzo del numero verde 1522 o la disponibil­ità data da molte farmacie a raccoglier­e le denunce di maltrattam­enti o violenza domestica.

L’appello che dobbiamo lanciare è che le donne utilizzino questo particolar­e momento per farsi finalmente consapevol­i della propria forza psichica e imparino ad amministra­rla per evitare che la tensione famigliare esploda in atti di violenza senza ritorno.

La brutalità della violenza va prevenuta con consapevol­e

Numero verde

Si può chiamare il 1522 Ma in questi giorni anche alcune farmacie raccolgono le denunce

superiorit­à da parte delle donne: questa educazione di coscienza femminile è necessaria per capire che, spesso, i maschi poco strutturat­i ed evoluti vanno ammansiti come la saggezza e la ragione di Minerva vincono gli istinti ferini del Centauro.

La donna, oggi, deve trovare il coraggio di guardarsi allo specchio per comprender­e davvero con chi ha scelto di condivider­e la propria intimità. Il bagno di realtà che la natura ci sta obbligando a fare, politicame­nte ed economicam­ente, la dobbiamo fare anche noi, sulla nostra pelle, nelle nostre case, a livello culturale e psicologic­o.

 ??  ?? In Tv
Cristiana Capotondi, al centro, durante una scena della miniserie televisiva «Bella da morire» attualment­e in onda su Rai1. Interpreta Eva Cantini, una poliziotta, da sempre, in prima linea contro i femminicid­i
In Tv Cristiana Capotondi, al centro, durante una scena della miniserie televisiva «Bella da morire» attualment­e in onda su Rai1. Interpreta Eva Cantini, una poliziotta, da sempre, in prima linea contro i femminicid­i

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy