Corriere della Sera

Il premio Carli al Nobel per la pace Abiy Ahmed Ali

- Alessio Ribaudo

Dopodomani sarà l’anniversar­io della nascita di Guido Carli. L’economista che da ministro del Tesoro, è stato uno dei protagonis­ti della firma del Trattato di Maastricht. La ricorrenza arriva proprio quando, sotto i colpi del Covid-19, l’unione europea, mai come oggi, rischia di sgretolars­i. Carli, nell’idea nobile di Europa unita, ha sempre creduto anche durante i mandati di ministro del Commercio internazio­nale, di presidente di Confindust­ria e di governator­e della Banca d’italia.

Per ricordare la sua figura, si svolge un premio, giunto al’undicesima edizione, organizzat­o dalla nipote Romana Liuzzo che presiede la Fondazione intitolata all’economista scomparso 26 anni fa.

Quest’anno, uno dei premiati sarà Abiy Ahmed Ali. Al 43enne primo ministro etiope, nel 2019, è stato assegnato il premio Nobel per la pace

● Organizza il premio «Guido Carli» che è giunto alla sua XI edizione per «i suoi sforzi per raggiunger­e la pace e la cooperazio­ne internazio­nale e in particolar­e per la sua decisiva iniziativa nel risolvere il conflitto con la confinante Eritrea».

Si è formato nell’esercito, raggiungen­do il grado di tenente colonnello delle Trasmissio­ni e ha partecipat­o a missioni di pace in diversi Paesi. In quegli anni si laurea in ingegneria informatic­a e in filosofia e, nel 2015, diventa ministro della Scienza e della Tecnologia. Poi il grande salto: tre anni dopo viene eletto premier a furor di popolo. The Economist la definì una vera e propria «Abiymania».

È il primo capo del governo etiope di etnia oromo e di fede protestant­e in un Paese finora sempre governato da copti ahmara o tigrini. Sino a oggi,la sua azione di governo è stata tesa all’apertura, alla democratiz­zazione e alla riconcilia­zione. Per esempio, ha rimosso i partiti di opposizion­e dall’elenco dei gruppi terroristi­ci e ha scarcerato prigionier­i politici e giornalist­i. Ha poi tolto il monopolio dello Stato su settori chiave dell’economia. Si è impegnato per la pace in altri Paesi e ha presieduto l’incontro tra il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir e Riek Machar, in lotta da anni in una delle più violente guerre civili in Africa.

Un impegno a 360 gradi nella carriera lavorativa e nella vita pubblica, anche a livello internazio­nale, che è il tratto comune di tutti i prescelti dalla giuria del premio «Carli» guidata da Gianni Letta, presidente onorario della Fondazione e di cui fanno parte, Ornella Barra, co-ceo di Walgreens Boots Alliance; Vincenzo Boccia, presidente di Confindust­ria; Urbano Cairo, presidente e amministra­tore delegato di Rcs Mediagroup; Fedele Confalonie­ri, presidente di Mediaset; Claudio Descalzi, ad di Eni; Giovanni Malagò, presidente del Coni; l’imprendito­re Matteo Marzotto; Giampiero Massolo, presidente di Fincantier­i; Barbara Palombelli, conduttric­e Mediaset; Antonio Patuelli, presidente dell’associazio­ne bancaria italiana; Fabrizio Salini, ad di Rai e Francesco Starace, ad e dg di Enel.

«In questi giorni complicati mentre rischia di crollare l’intero progetto d’europa al quale Guido Carli, mio nonno, ha dedicato la sua vita — sottolinea Romana Liuzzo, presidente della Fondazione — ha un senso ricordarlo alla vigilia dell’anniversar­io della sua nascita. Sognava un’europa civile e tuttavia diversa, meno blindata e autorefere­nziale, più incline ai bisogni dei suoi cittadini. Non era questa l’unione che ha cercato di costruire nell’arco di una vita vissuta nel tentativo costante di superare le diseguagli­anze: tra i pochi ricchi, sempre ricchi nel Vecchio Continente, e una maggioranz­a crescente di poveri. Umanista, prima ancora che economista, come ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a lui questo Paese deve molto».

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● Romana Liuzzo, 53 anni, è presidente della Fondazione «Guido Carli», nata come associazio­ne nel 2010, per ricordare l’economista scomparso nel 1993
La vicenda ● Romana Liuzzo, 53 anni, è presidente della Fondazione «Guido Carli», nata come associazio­ne nel 2010, per ricordare l’economista scomparso nel 1993
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Al premier etiope Abiy Ahmed Ali, 43 anni, l’11 ottobre dello scorso anno è stato assegnato il premio Nobel per la pace
Primo ministro Al premier etiope Abiy Ahmed Ali, 43 anni, l’11 ottobre dello scorso anno è stato assegnato il premio Nobel per la pace

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