Nomisma: l’immobiliare perderà nel 2020 fino a 22 miliardi
«Una situazione inedita e dalle conseguenze potenzialmente drammatiche nel 2020» è quella che il mercato immobiliare italiano, già colpito dalla crisi del 2008, dovrà affrontare adesso a causa del coronavirus. Così l’ha definita l’osservatorio sul Mercato immobiliare della società bolognese Nomisma, che ieri ha presentato in streaming i dati “Marzo 2020” stimando una perdita trai 9,2 e i 22,1 miliardi di euro di fatturato nel settore residenziale e trai 2,6 e i 5,8 miliardi di capitali investiti nel segmento corporate. Vista la difficoltà a quantificare al momento gli effetti della crisi, Nomisma illustra due possibili scenari: per il segmento corporate, la diminuzione dei rogiti sarà per la fine del prossimo triennio oscillerà tra i 278 mila e i 587mila, mentre sempre nel triennio, nel settore residenziale si prevede una perdita da 55 a 113 miliardi di euro. Si compreranno molte meno case e a incidere sul calo delle vendite c’è anche la mancanza di liquidità e tassi di disoccupazione in crescita nei prossimi tre anni. La crisi del mattone avrà inevitabilmente ripercussioni anche su tutta la filiera (settore edile e professionisti) oltre che sugli investimenti istituzionali con un impatto su transazioni di immobili del valore superiore ai 5 milioni con perdite nel triennio tra i 9 e i 18 miliardi.