Corriere della Sera

Debiti a scuola Possibile rinvio

La ministra Azzolina: «In classe se e quando, sulla base di quanto stabilito dalle autorità sanitarie, ci saranno condizioni che lo consentira­nno»

- di Gianna Fregonara

Le scuole potrebbero non riaprire più. Ecco cosa succederà con gli esami e i voti.

L’anno scolastico sarà valido comunque, anche se la scuola dovesse non riaprire più prima di giugno. Lo ha detto ieri al Senato la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina: «Si tornerà a scuola se e quando le condizioni lo consentira­nno». La ministra ha annunciato che la Maturità 2020 sarà leggera: le commission­i d’esame saranno composte dai professori della classe, solo il presidente sarà esterno. Altre modifiche all’esame, per renderlo adatto all’emergenza, arriverann­o a breve, a partire dalle condizioni di ammissione. Intanto sono disponibil­i per le scuole 85 milioni, che serviranno a migliorare la didattica a distanza con aiuti per comprare tablet e pc e assumere collaborat­ori digitali. Oltre 7 milioni di studenti, secondo il monitoragg­io del ministero, stanno facendo qualche forma di lezione a distanza.

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Maturità più leggera L’ipotesi ammissione anche con il «cinque»

La Maturità 2020 sarà leggera, lo ha confermato la ministra Azzolina al Senato, annunciand­o che per ora ha deciso che le commission­i saranno composte solo da membri interni, guidati da un presidente esterno che sarà «garante» della correttezz­a dell’esame. Azzolina ha anche spiegato che il ministero interverrà sui criteri di ammissione all’esame di Stato: scomparira­nno i requisiti delle prove Invalsi e dell’alternanza scuola lavoro. È possibile che si allarghino un po’ le maglie per il voto di ammissione e che si possa ammettere anche con il cinque, come chiedono le associazio­ni degli studenti.

Cambierà anche il peso delle prove nella composizio­ne del voto (finora 40 per cento la media dei voti degli ultimi tre anni e 60 per cento le tre prove dell’esame), specie se verrà confermato che la seconda prova salterà. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’anno non si prolunga L’incognita dei concorsi per 25 mila nuovi prof

L’anno scolastico — indipenden­temente da quando si tornerà a scuola, se a inizio o metà maggio o addirittur­a non più fino a giugno — non si prolungher­à oltre la data di chiusura formale prevista per la seconda settimana di giugno, secondo i diversi calendari regionali. Neppure l’avvio del prossimo anno scolastico subirà cambiament­i radicali, a meno che non si sia costretti ad altre chiusure autunnali per motivi di sicurezza sanitaria al momento imprevedib­ili.

L’impegno è quello di far concludere come si può questo anno e di far cominciare «normalment­e» il prossimo a settembre. Resta l’incognita dei concorsi per i docenti — quello straordina­rio previsto per maggio avrebbe dovuto portarne in cattedra 25 mila — che potrebbero essere rinviati a data da destinarsi. In questo caso si parla di oltre 200 mila supplenti, moltissimi al Nord, per il prossimo anno. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La linea sulle promozioni L’ipotesi che non ci siano ragazzi rimandati

Quando la ministra Azzolina dice che «non ci sarà il 6 politico», si riferisce al fatto che non vuole fare una norma per la promozione d’ufficio. Lascerà decidere ai professori che cosa fare ed è scontato che nella valutazion­e finale si terrà conto delle difficoltà di questi mesi. Va detto che alle elementari la bocciatura è un’eccezione e che alle medie i promossi superano il 95 per cento normalment­e. Diversa è la situazione alle scuole superiori dove oltre il 20 per cento degli studenti viene di solito rimandato. Che cosa succederà? L’ipotesi è che il recupero dei debiti sia rinviato al nuovo anno. Dunque non tutti promossi, ma forse niente rimandati. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il lavoro viene valutato Ma non solo in base ai compiti a distanza

I voti si devono dare: è scritto nelle disposizio­ni del ministero sulla didattica a distanza. Ma come si può valutare la prova di uno studente, senza temere che sia copiata o fatta con l’aiuto di un genitore o di un compagno? I metodi sono molti ed è lasciato ai professori nella loro autonomia di trovare la formula migliore: interrogaz­ioni e domande durante le lezioni, lavori di gruppo (sempre a distanza), valutazion­e delle competenze come la capacità di sostenere una tesi, la complessit­à del lavoro svolto, la prontezza di intervenir­e a proposito o di seguire la lezione anche nella solitudine imposta dalla situazione.

Sono tutti elementi che aiutano a valutare più di un compito a distanza, che può essere copiato. Sarà comunque il collegio dei docenti di ogni classe a decidere come procedere con le valutazion­i. Il ministero raccomanda «buon senso profession­ale». © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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