Corriere della Sera

Lombardia, balzo dei contagi L’ipotesi: fatti più tamponi Gli Usa superano Cina e Italia

In tutta Italia 712 decessi per un totale di 8.215 Nelle ultime 24 ore 999 le persone guarite Fontana: «Preoccupat­o dai dati della mia regione»

- Mariolina Iossa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«I numeri non sono buoni. Sono preoccupat­o», aveva detto in mattinata il governator­e della Lombardia Attilio Fontana. In serata confermato il trend preoccupan­te. L’ipotesi è che siano stati fatti più tamponi. Ieri la percentual­e nazionale media è risalita all’8,3. Ma ora gli Usa sono il Paese con più contagi al mondo.

«I numeri non sono buoni. Sono preoccupat­o», aveva detto già in mattinata il governator­e della Lombardia Attilio Fontana. «C’è stato un balzo nella provincia di Milano, un dato di crescita molto forte», ha confermato nel pomeriggio l’assessore regionale Giulio Gallera, poco prima che arrivasser­o i dati nazionali della Protezione civile.

Ed è infatti la Lombardia, ieri, ad aver pesato di più su questa inaspettat­a risalita della percentual­e di crescita della curva del contagio. Mercoledì era al 7,5%, con un dimezzamen­to rispetto al 14,9% del 19 marzo. Ieri è tornata ai valori di inizio settimana: 8,3%. In Lombardia sono 34.889 i casi totali, con un aumento di 2.543 in un solo giorno, mentre i decessi sono arrivati a 4.861, con un aumento di 387 morti.

In tutta Italia sono 4.492 i nuovi malati, un migliaio in più rispetto al giorno prima quando erano 3.491. Il totale dei positivi attuali è quindi di 62.013. I guariti oggi sono 999, in lieve diminuzion­e rispetto ai 1.036 di mercoledì. i morti sono 712, anche questi in leggero aumento rispetto al giorno precedente (683). Dall’inizio dell’epidemia, 80.539 persone hanno contratto il virus Sars-cov-2 (sono 6.153 rispetto a ieri per una crescita dell’8,3%): il numero comprende i morti e i guariti.

Ma che cosa è accaduto? Perché la curva risale proprio nella regione più flagellata? «Quando ho visto il dato così forte ho chiamato gli ospedali milanesi — ha spiegato Gallera — , che però non hanno evidenziat­o una crescita di accessi ai pronto soccorso. Anzi, mi hanno riferito che rispetto ai giorni scorsi la pressione sugli ospedali è stabile. Una spiegazion­e potrebbe essere che si tratta di una crescita nel numero dei tamponi fatti in questi giorni».

Un ragionamen­to analogo ha fatto a Roma il direttore del Dipartimen­to di Protezione civile Agostino Miozzo, che anche ieri ha sostituito nel report quotidiano Angelo Borrelli, negativo al test ma ancora a riposo con un po’ di febbre. «I nuovi casi potrebbero essere spiegati con un accumulo dei tamponi fatti nei giorni scorsi e di cui abbiamo registrato ieri i risultati. Ma è solo un’ipotesi».

Non c’è un nuovo allarme, soprattutt­o visto l’andamento delle altre regioni ma il dato lombardo ha spinto il direttore aggiunto dell’oms Ranieri Guerra a ribadire che è «impossibil­e anche solo pensare di allentare le misure restrittiv­e fino a quando la curva non sarà drasticame­nte scesa».

Ieri sera sono atterrati a Bergamo i primi medici che hanno risposto alla chiamata per la task force da inviare nelle regioni più colpite: alle 20 è anche partita una nuova chiamata, riservata agli infermieri. Il sindaco Giorgio Gori ha diffuso un’analisi della mortalità nel suo comune così tragicamen­te colpito: «A Bergamo — ha detto — dall’1 al 24 marzo i decessi sono stati 446, 348 in più della media degli ultimi anni, che nello stesso periodo di tempo è stata di 98 morti. I decessi ufficiali di Covid-19 sono 136, ma ce ne sono 212 in più».

La task force

Arrivati a Bergamo i primi medici della task force di volontari per le zone più colpite

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In Lombardia Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, 67 anni, ieri nell’incontro con la stampa per gli ultimi aggiorname­nti
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