Basta confusione sui dati
La proposta è stata recapitata all’indirizzo del ministro Roberto Speranza e a quelli di Walter Ricciardi e Silvio Brusaferro, ed è quella di procedere a testare con il tampone un vero campione statistico, che comprenda sintomatici e asintomatici.
Afirmarla sono stati due ex presidenti dell’istat, Giorgio Alleva e Alberto Zuliani insieme ad altri tre colleghi (Giuseppe Arbia, Piero Falorsi e Guido Pellegrini). L’obiettivo è uscire dalla nebbia dei numeri forniti ogni giorno dalla Protezione Civile o dalle Regioni e sempre più vagamente indicativi, o addirittura mera fotografia di una imprecisata «punta dell’iceberg». Hanno scritto invece i cinque statistici: «Occorre stimare con precisione i principali parametri epidemiologici, sia per prevedere l’evoluzione del contagio che per suggerire scelte concrete alle autorità sanitarie». E le domande-chiave investono la reale estensione del contagio e l’ampiezza della galassia degli asintomatici.
Fino ad oggi «i dati raccolti sui tamponi sono basati su un campionamento di convenienza basato sui casi che manifestavano sintomi» e, anche come nel caso della Regione Veneto, raccogliendo le osservazioni davanti ai supermercati si sovrastimano i sani e si sottostimano i confinati a casa.
La strada maestra quindi per produrre dati rappresentativi dell’universo dei cittadini è quella invece di realizzare «un protocollo di osservazione a campione», 2 mila persone per Regione a cui effettuare (e ripetere) il tampone. In questo modo, dicono Alleva e Zuliani, si fa luce sulle caratteristiche familiari e di contesto che possono favorire l’infezione e si può seguire correttamente l’evoluzione del fenomeno. Il merito tecnico della proposta è pubblicato su https://web. uniroma1.it/memotef/sites/default/ files/proposta.pdf e la strategia del campione dovrebbe creare le premesse per far lavorare la statistica ufficiale assieme a epidemiologi, virologi e responsabili delle strutture sanitarie.