Da Cuba a Mosca A cosa puntano gli «strani» amici che Roma elogia
I medici russi si sono sistemati a Bergamo. Medici militari con tanto di generale che comanda un presidio sanitario di più di cento persone. Altro personale e altro materiale sanitario arriverà da Mosca nei prossimi giorni. La stessa cosa vale per la Cina, che è già al terzo ponte aereo con l’italia e altri ne farà, consegnando milioni di mascherine, esperti sanitari, altre centinaia di ventilatori.
La chiamano «diplomazia delle mascherine». Josep Borrell, rappresentante per la politica estera della Ue, l’ha definita «diplomazia aggressiva della generosità». Fra Palazzo Chigi e la Farnesina, anche se nessuno lo confessa apertamente, la cosa ha alimentato squarci di incomprensione: Conte ha gestito la cosa direttamente con Putin, Luigi Di Maio con il suo omologo cinese, ma anche in questo caso non tutto è filato liscio. In entrambi i casi c’è stato un cortocircuito di informazioni, con strascico di accuse reciproche.
Lo spazio lasciato incontrollato da Washington, occupato da Paesi bramosi di alimentare divisioni, di insinuarsi nella crisi delle relazioni transatlantiche, ha finito per provocare un caso silenzioso nella politica interna: abbiamo lasciato troppo spazio all’operazione di Putin, che l’ha definita «from Russia with love», facendo atterrare a Pratica di Mare decine di aerei cargo militari con più di cento medici militari e tonnellate di materiale sanitario, operazione da alimentare sui social russi per rimarcare l’assenza di aiuti americani al Vecchio Continente?
E che dire della stessa operazione della croce rossa cinese, che non fa politica, ma che i due ministri degli Esteri dei rispettivi Paesi hanno rivendicato come massiccia operazione che rinsalda le relazioni