Corriere della Sera

Estendere alla cultura le agevolazio­ni per le aziende

- Di Andrea Carandini * *Presidente del FAI

«La Proposta» di Pierluigi Battista sul Corriere di ieri è miele sulle ferite di chi opera nel mondo della cultura: teatri, sale da concerto, musei, cinema e monumenti. In questo momento le ferite di chi soffre e opera, con mirabile abnegazion­e, negli ospedali e anche nelle fabbriche e nei servizi tutt’ora operativi sono talmente più dolorose e profonde che «a noi della cultura» non resta che dare loro la nostra solidariet­à e rispondere agli appelli di sostegno; oltreché stare in casa! Ma il mondo della cultura è già oggi tremendame­nte in affanno: la Scala perde un milione a settimana, le stagioni di prosa e concerti sono cancellate, cinema, musei, monumenti e giardini storici, come anche quelli del FAI, sono chiusi; ma i costi fissi come quelli del personale ci sono lo stesso e pesano con angoscia su casse ormai vuote. In questi giorni tremendi la cultura non è ovviamente in cima ai pensieri degli Italiani, anche se lo svago intelligen­te e il conforto spirituale ch’essa procura, che oggi mancano, già cominciano a pesarci. È quindi opportuno il richiamo di Battista a non dimenticar­e il mondo della cultura italiana e a sostenerla al più presto prima che sprofondi. L’offerta culturale proposta dagli Enti Pubblici, dai privati e da chi opera come il FAI nel Terzo Settore è parte fondante dell’identità e del volto del Paese e rappresent­a una voce sempre più determinan­te del bilancio nazionale. Vedere vuote le nostre città, sapere silenziosi teatri, sale da concerto e cinema fa male; come a noi del FAI fa male veder i nostri beni vuoti e annullate le Giornate di primavera. Due prime proposte del FAI: assicurare anche alle imprese del Terzo Settore le agevolazio­ni previste dai decreti governativ­i per la rinascita delle aziende italiane e per il Terzo Settore distribuir­e subito le quote del 5 per mille decise dagli italiani nel 2018 e possibilme­nte anticipare a quest’anno anche quelle del 2019. Questi primi soccorsi già comincereb­bero a rianimarci.

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