Corriere della Sera

«La Liguria sta tenendo Misure differenzi­ate per far ripartire l’italia»

Toti: agire a scacchiera, ora serve coraggio

- Paola Di Caro

ROMA La sua Liguria sta reggendo all’urto: «Con tutta la cautela e la prudenza possibili, davanti ai segnali che indicano come l’epidemia stia rallentand­o la sua crescita, devo dire che il nostro sistema sanitario ha funzionato, nelle strutture, nel personale medico e dirigenzia­le». E per questo Giovanni Toti, che della Regione è presidente, prova a guardare avanti. A come si possa immaginare un «ritorno alla normalità». E a cosa servirà per ricostruir­e il tessuto economico del Paese.

Pensa sia già tempo di tornare alle normali attività?

«Ora siamo ancora alle prese con un lockdown necessario per proteggere il Sud e le aree contigue a quella del focolaio della Lombardia. Ma è ora di iniziare a ragionare su come differenzi­are le misure di contenimen­to sul territorio. Una cosa sono Bergamo, Brescia, un’altra il resto d’italia».

Quando pensa si possano allentare le misure?

«Mi auguro dopo la fine d’aprile. Serve un graduale ritorno alla normalità: come in una guerra, c’è chi sta al fronte e chi dalle retrovie pensa anche ai rifornimen­ti. Si deve agire a scacchiera, non si può bloccare a tempo indetermin­ato la filiera economica del Paese. Serve coraggio: non possiamo chiedere sacrificio solo a medici e infermieri».

d Andrà incentivat­o il turismo interno Remiamo tutti dalla stessa parte

È una questione di costi non più sostenibil­i?

«Le manovre di cui si parla, due per una cinquantin­a di miliardi, rappresent­ano il Pil di un terzo del mese dell’italia, che è di circa un miliardo e 800 milioni. Quei soldi diventano una goccia nel mare se non si riparte».

Mario Draghi chiede massima liquidità per tutti.

«Giustissim­o, ma serve un passo in più. Non basta mettere i soldi — magari per la cassa integrazio­ne —, serve una rivoluzion­e, simile a quella del boom economico: bisogna avere spirito pionierist­ico, concedere a chiunque voglia investire la possibilit­à di farlo con semplicità. Anche senza gare d’appalto, i Tar, le procedure infinite: chi bara verrà punito, ma agli altri bisogna dare libertà di investire, o gli imprendito­ri rischiano di rifugiarsi in sicuri bunker».

In Liguria come muovendo? vi state

«Assieme al sindaco di Genova Bucci fin dall’inizio ci siamo battuti perché non chiudesser­o i cantieri pubblici più importanti. Ovviamente in sicurezza, hanno continuato a lavorare quelli per il ponte Morandi, quelli per mettere in sicurezza il territorio: sono simboli, oltre che opere che serviranno per la ripresa».

E cosa serve per rimettere in moto subito in Liguria?

«Le grandi fabbriche metalmecca­niche, i cantieri navali, la nautica da diporto. E dovremo rilanciare la domanda interna: il turismo dall’estero sarà fermo? Quello interno andrà incentivat­o. Bisognerà spingere a consumare italiano. E remare tutti nella stessa direzione, senza perdere tempo».

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