Corriere della Sera

Test (negativo) per il Papa I giorni solitari di Francesco che oggi prega a San Pietro

La messa in streaming alle 7, visite ridotte, ambienti disinfetta­ti. Oggi la benedizion­e, davanti alla croce portata attraverso Roma durante la peste del 1522

- Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO Ieri hanno portato in Vaticano l’icona mariana della Salus Populi Romani e il Crocifisso di San Marcello che nel 1522 attraversò Roma perché finisse la «Grande Peste». Oggi saranno posati davanti a San Pietro mentre Francesco, alle 18, si mostrerà in diretta planetaria come nessun Papa prima di lui: da solo sul sagrato della basilica, di fronte alla piazza vuota, un’ora di preghiera con benedizion­e «Urbi et orbi» e indulgenza plenaria per supplicare la fine della pandemia. Il Papa sta bene: ieri mattina, da Casa Santa Marta, è filtrata la notizia che Francesco ha fatto un tampone di controllo ed è risultato negativo al Coronaviru­s.

Dalla Santa Sede non arrivano comunicazi­oni ufficiali, silenzio assoluto. Ma certo le conferme ufficiose hanno sopito i timori di mercoledì, quando si era saputo del primo caso di contagio nella Domus Sanctae Martae, l’albergo vaticano dove il Papa vive dall’inizio del pontificat­o. Ad essersi infettato è un monsignore italiano della Segreteria di Stato che da anni alloggia a Santa Marta e ora è ricoverato al Gemelli. Si parla di un altro funzionari­o della Segreteria, con la febbre, isolato e sotto controllo. Sono così scattate le procedure già applicate nero, gli ambulatori e negli uffici della Terza Logga dopo il primo contagio, il 5 marzo: disinfezio­ne degli ambienti e controlli e tamponi su tutte le persone venute a contatto con il paziente contagiato. È chiasi dice, che il primo controllo sia stato su Francesco e siano stati fatti tamponi anche ai collaborat­ori più stretti. Il Papa da settimane vive quasi isolato: passa buona parte del tempo nella sua camera con accanto lo studio, pranza e cena da solo e alle sette del mattino celebra la messa a Santa Marta in streaming e senza fedeli, con i due segretari.

Sospese le udienze di gruppo, il pontefice prosegue quelle individual­i nello studio del Palazzo Apostolico. Ieri mattina ha ricevuto quattro persone, dal cardinale Robert Sarah a Marco Impagliazz­o, presidente di Sant’egidio, al quale ha chiesto di ringraziar­e tutti i volontari che in questo periodo sono impegnati ad aiutare poveri, anziani, senzatetto, le persone più sole e fragili. Tutti gli ambienti vengono «sanificati» ogni giorno. Francesco riceve al suo tavolo, di fronte a sé l’ospite seduto a distanza di sicurezza. Le persone restano in attesa in stanze separate, i segretari sono pronti con un gel disinfetta­nte in vista della stretta di mano finale.

Attraverso l’elemosiner­ia del cardinal Krajewski, il Papa ha fatto acquistare 30 respirator­i da donare agli ospedali delle zone più colpite. «In questi giorni di tanta sofferenza c’è tanta paura», ha detto ieri nell’omelia del mattino: «Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad avere fiducia e a tollerare e vincere le paure».

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