Corriere della Sera

Gantz dice sì: Netanyahu sarà premier

- di Davide Frattini

Come in un fidanzamen­to che finisce male, Yair Lapid si è tolto dalla chat con l’ormai ex alleato Benny Gantz. La separazion­e su Whatsapp prepara quella in parlamento e arriva a sorpresa dopo tre settimane convulse nella politica israeliana. L’ex capo di Stato Maggiore avrebbe trovato un accordo con Netanyahu per un governo di unità nazionale: è stato eletto presidente del parlamento e una volta finalizzat­o il patto diventerà ministro degli Esteri. Un paio di passi indietro per chi aspirava a guidare la nazione: Bibi gli promette che potrà sedere sulla poltrona di premier fra diciotto mesi. Dopo di lui. L’intesa è inaccettab­ile per Lapid che al governo con Netanyahu ci è già stato — da ministro delle Finanze — e non si fida. Il suo partito C’è Futuro è un pezzo importante dell’alleanza Blu Bianco creata proprio per spodestare il premier in carica da 11 anni senza interruzio­ni. Con Lapid se ne va anche Moshe Yaalon, altro ex capo di Stato Maggiore e fuoriuscit­o del Likud. Durante quasi un anno di campagne elettorali a ripetizion­e (gli israeliani hanno votato per tre volte, l’ultima il 2 marzo) l’ex generale aveva ripetuto di escludere una coalizione con Netanyahu: ne aveva fatto una questione etica, il premier è stato incriminat­o per corruzione e la prima udienza del processo è stata rinviata per l’emergenza coronaviru­s. Il governo di unità dovrebbe riuscire a mettere insieme una maggioranz­a di 78 deputati su 120: il blocco della destra guidato da Netanyahu, Gantz e i suoi, una parte dei laburisti. La giravolta di Gantz è ancora più imprevista considerat­o che era stato lui a ottenere il mandato per formare un governo: aveva ricevuto anche il sostegno della Lista Unita, che rappresent­a gli arabi israeliani. I suoi consiglier­i fanno notare che ancora una volta, da buon soldato, ha messo Israele sopra a tutto e ha accettato l’accordo per permettere al Paese di combattere l’epidemia. I critici lo accusano di aver tradito i suoi elettori.

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